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venerdì, Novembre 22, 2024

“Acqua, rena e ‘gnoranza”, aneddoti viareggini. Ricordo del parroco della Migliarina don Carlo Francesconi

Con la scomparsa di don Carlo Francesconi, Viareggio perse non soltanto una splendida figura di sacerdote, ma anche un oculato testimone dei pregi e dei difetti degli abitanti della sua città. Numerosi, infatti, sono i suoi scritti sulle vicende cittadine – soprattutto piccole, se non addirittura marginali – ma comunque determinanti per capire l’indole di chi si è sempre nutrito di “Acqua, rena e ‘gnoranza”. Come appunto si intitola il suo celebre libro di aneddoti pubblicato nel 1988 ed il cui ricavato andò a beneficio degli allora “Poveri Vecchi” (oggi Casa di Riposo “Sacro Cuore di Gesù”).

Con don Carlo si spense quindi l’ultima voce popolare e sincera di una Viareggio con cui, forse, non si riconosceva più e che amava rivivere, e far rivivere, con quella sottile ironia che l’ha sempre contraddistinto e che tanto piaceva non solo a chi lo ha avuto come parroco e pastore.

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Ed è proprio attraverso alcune considerazioni su questo volume che lo vogliamo ricordare perché – crediamo – pochi o nessuno se ne ricordino come persona, come sacerdote e soprattutto come scrittore vernacolare. La sua opera scritta si caratterizza infatti per i suoi spassosissimi racconti in vernacolo che don Carlo scrisse per “Tramonto sereno”, lo scomparso mensile dei “Poveri vecchi”, e che tutt’ora costituiscono uno “spaccato” quanto mai pregnante dei modi di dire e di fare in una Viareggio che ormai appartiene se non alla storia, per lo meno alla cronaca del tempo che fu.

Ma nel libro di circa duecento pagine che appunto si titola “Acqua, rena e ‘gnoranza”, “c’è tutto lo spirito acuto, scanzonato e intelligente di un viareggino che continua a raccontare l’amore per la sua città e la sua gente – così il professor Franco Anichini nella prefazione – . Gente alla ‘bona’ quella di Carlo, gente della Viareggio povera, popolare, lavoratrice, gente di quella ‘storia minore’”.

Mario Pellegrini

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