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sabato, Aprile 27, 2024

Bruxelles, sbagliata la data di nascita di Puccini sulla lapide che lo ricorda nel luogo dove morì. Appello della Lega

“Sbagliata la data di nascita di Giacomo Puccini sulla lapide che indica il luogo dove morì a Bruxelles”. A segnalare l’errore sono Alberto Pardini e Massimiliano Baldini, rispettivamente consigliere comunale e regionale della Lega. Per la precisione, come si può notare nella foto, sulla facciata della clinica dove il Maestro era stato ricoverato ci sono due lapidi: quella in alto riporta la data sbagliata, mentre nell’altra si corregge l’errore.

“Durante la nostra visita istituzionale a Bruxelles di fine marzo – raccontano Pardini e Baldini – , ospiti dell’Europarlamentare Susanna Ceccardi con la quale abbiamo condiviso incontri su temi d’interesse regionale, non ci siamo voluti far mancare un omaggio al Maestro Puccini andando nel luogo dove, quasi un secolo fa, sorgeva la clinica dove morì dopo l’operazione, lasciandoci soli con la sua immortale eredità artistica. Con noi, peraltro, era presente anche il sindaco di Lucca, Mario Pardini”.

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“Non possiamo però nascondere l’amarezza provata una volta raggiunto il luogo: due targhe apposte sulla facciata di quella che oggi è un’anonima palazzina in mattoncini rossi affacciata su un altrettanto anonimo viale, niente di più – proseguono i due rappresentanti della Lega – ma a lasciarci ancor più sconcertati è stato l’errore che abbiamo riscontrato su una delle due targhe, dove come data di nascita viene indicato il 23 dicembre 1858 anziché il 22, come riconosciuto ovunque. Rientrati in Italia abbiamo fatto le opportune verifiche senza ottenere riscontri, informando peraltro anche l’associazione Lucchesi nel Mondo e la presidente Ilaria Del Bianco”.

“Tutto questo ci ha lasciato amareggiati e perplessi e riteniamo che sarebbe oltremodo opportuno che, in vista delle celebrazioni del 2024, i soggetti coinvolti nell’organizzazione del centenario invitino la Città di Bruxelles non solo a correggere l’errore della targa, ma anche a dare un minimo di dignità e riconoscibilità a quel luogo simbolico”, concludono Pardini e Baldini.

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