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sabato, Dicembre 7, 2024

I 40 anni di “Sapore di mare”: Vanzina racconta aneddoti e curiosità. “A scuola meno Promessi sposi e più film”

Protagonista dell’appuntamento di ieri del ciclo “Gli Incontri del Principe”, al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio, è stato lo sceneggiatore e produttore Enrico Vanzina. Intervistato da Stefano Zurlo, inviato de Il Giornale, e da Gianni Canova, rettore dello Iulm di Milano, Vanzina ha raccontato aneddoti e curiosità su “Sapore di mare”, che quest’anno compie 40 anni, e ha detto la sua sulla società italiana e su come è cambiata negli anni. Gli appuntamenti proseguiranno tutta l’estate portando numerosi ospiti per discutere davanti al pubblico di politica, economia, cultura. La rassegna è organizzata in collaborazione con Manila Alfano, autrice del libro “Cent’anni da Principe” (Forma ed.) 

Ecco alcune dichiarazioni di Vanzina.

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“Un’ora meno di Promessi sposi per un film di commedia italiana” 

“Se fossi ministro metterei qualche lezione in meno sui Promessi sposi e una volta alla settimana la proiezione di un film di commedia italiana per capire chi siamo e da dove veniamo. La commedia italiana ha raccontato tutto in anticipo. Quando Mattarella mi ha ricevuto per il David mi ha detto: ‘Finalmente un riconoscimento alla commedia di questo Paese’. Per me è stata una grande vittoria di Steno, Risi, tutti quanti…”.

“Una certa critica di sinistra non ha capito il cinema popolare”

“C’è stata una grande miopia di un certa critica di sinistra, di non aver capito l’importanza del cinema popolare italiano, che ha raccontato meglio di tutti questo Paese. Volevo fare una riflessione politica. Una cosa che mi ha colpito. Io sono liberale, né di destra né di sinistra, non ne faccio una questione ideologica ma storica: una critica militante di sinistra demonizzò gli anni Ottanta, quelli di Craxi, Berlusconi, Reagan, della Thatcher. Sono considerati gli anni stupidi, edonistici, superficiali. All’interno del Pci iniziò un dibattito perché solo alcune voci, dissidenti, dicevano: questi film popolari, come ‘Sapore di mare’, piacciono al popolo, perché dobbiamo sostenere solo quelli dei Festival? Questo dibattuto non si è mai chiuso”.

“Il David dovevo vincerlo con Sapore di mare”

“Due mesi fa ho vinto il David di Donatello alla carriera. Io penso che lo dovevamo vincere ai tempi di Sapore di mare”.

“Sapore di mare? Mai avremmo immaginato quel successo” 

“Mai avremmo immaginato che Sapore di mare avrebbe avuto un successo del genere. Con mio fratello Carlo avevamo fatto un film che si chiamava ‘I fichissimi’, con Jerry Calà e Diego Abatantuono. Un grande successo comico. Il film ha il record nella storia del cinema, costò 300 milioni e incassò 9 miliardi. Quindi avevamo un potere contrattuale enorme. Portammo questo film, si chiamava ‘Sapore di sale’, ma c’era già un soggetto depositato alla Siae con lo stesso nome, così dovemmo cambiare in ‘Sapore di mare’. Fu un colpo di culo, sennò sembrava un musicarello per la canzone di Gino Paoli. Poi cercarono di boicottarci, dicevano che Christian De Sica faceva scappare la gente dalle sale, che Virna Lisi era finita, invece cominciò una seconda carriera. Ma noi volevamo fare per la prima volta un film sincero. Volevamo mettere una piccola dose di autobiografia in una commedia romantica”.

“Il 75% di Sapore di mare è girato a Fregene”

“I distributori non credevano tanto nel film, per cui venne girato con pochi soldi. Quindi ‘Sapore di mare’ è stato girato per il 75% a Fregene. Non se n’è mai accorto nessuno. Le case sono di Fregene, la pineta, il bar. A Fregene anni dopo hanno organizzato il tour nei luoghi di Sapore di mare”.

“Abbiamo politici cafoni in una società cafona”

“L’Italia è cambiata perché a un certo punto la borghesia italiana ha optato, invece dell’essere ha preferito l’avere, e questo ha cambiato tutto, si è incafonita. In questo momento abbiamo una società cafona, con dei politici in larga parte cafoni e un pensiero cafone”.

“Nella vita ci sono 20 estati utili”

“Leo Benvenuti una volta mi disse: nella vita ci sono 20 estati utili. E’ proprio così, ci sono 20 estati determinanti, che capisci tutto, cresci, capisci cos’è l’amicizia, l’amore, ti innamori, ti lasci, capisci il rapporto coi genitori. Poi la tua vita diventa quella. In questo film, ‘Sapore di mare’, c’è questo senso di piccolo romanzo di formazione”.

“Cocciante agli scout ci scassava col sax”

“Avevo un compagno di scuola che stava con me agli scout e ci rompeva le palle nella tenda con un piccolo sax di quelli che si comprano al luna park, era insopportabile, suonava tutte le sere. Si chiamava Riccardo Cocciante. Alla fine del film ‘Sapore di mare’ c’è la canzone di Cocciante, ‘Celeste nostalgia’, è struggente. Sono tutte cose che appartengono alla nostra vita. Penso che sia uno dei più bei finali del cinema italiano”.

“Sapore di mare si deve a Gino Paoli”

“Ho conosciuto bene Gino Paoli, nei miei ricordi personali è la persona più forte della musica italiana, è over the top. Grazie Gino, forse il film si deve a te”.

Durante la serata Vanzina ha regalato una breve esibizione al piano suonando “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli.

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