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venerdì, Novembre 22, 2024

La pittura, la musica e la parola per capire l’Avvento. In San Paolino tre innovativi momenti di comunicazione

La pittura, la musica, la parola: ecco i tre cardini su cui don Mauro Lucchesi ha imbastito l’importanza dell’Avvento nella parrocchia di San Paolino a Viareggio. A conclusione della messa domenicale delle ore 10,30 infatti si sono svolti tre momenti in cui la liturgia viene presentata attraverso le le tre forme sopracitate, che poi costituiscono le principali forme di comunicazione. Alla lezione di Don Mauro sul valore e l’importanza delle Icone per andare alle origini della venerazione di Maria come madre di Gesù e della chiesa, svoltasi nella prima domenica di Avvento, è seguito il concerto “Una festa di suoni” dell’organista Marco Lazzara con brani musicali dedicati proprio all’Avvento nella seconda, mentre la terza si è incentrata sul dialogo fra fedeli sul tema, appunto, del periodo che precede la festività natalizia.

Per la pittura, presentando tre icone, don Mauro ha sostenuto che queste mostrano non solo la la divinità trasfigura dello Spirito Santo e quindi sono una finestra che da accesso al mondo di Dio, ma sono anche il punto d’incontro di due sguardi: quello del soggetto rappresentato e quello dello spettatore. L’icona infatti rivela e chiede una risposta. Per la musica il testimone è passato al maestro Marco Lazzara da poco trasferitosi a Torre del Lago da Genova, dove è stato organista e maestro di cappella in Santa Maria dei Servi che proprio in questi giorni è diventato organista di San Paolino per la messa vespertina delle ore 18 del sabato sera. Diplomatosi in pianoforte, organo e composizione organistica, clavicembalo e canto, ha poi concluso gli studi perfezionandosi per tre anni presso l’Accademia Chigiana di Siena.

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Come già accennato ha eseguito musiche intonate all’Avvento e di compositori che dal ‘600 arrivano ai giorni nostri attraverso brani che dimostrano l’evolversi della musica sacra da Girolamo Frescobaldi al contemporaneo padre Pellegrino Santucci attraverso l’incommensurabile Johan Sebastian Bach. Comunque questo è il programma eseguito: “Inno alla domenica” di Girolamo Frescobaldi (1583-1643), “Ciaccona in fa” di Johann Pachelbel (1653-1706), “Nun komm der Heiden hailland BWV 659 (Adesso viene il salvatore delle genti)” di Johan Sebastian Bach (1685-1750), “Ave Regina coelorum” (due versioni – canone – alio modo) di Pellegrino Santucci (1921-2010), “Le banquet celeste” di Olivier Messiaen 81908-1992) e “Due corali dall’opera 122 – Herzlich tut mich erfreuen” e “O Gott du frommer Gott” di Johannes Brahms (1833-1897). Fuori programma, data l’accoglienza dei fedeli presenti, ha infine eseguito la celeberrima “Aria sulla quarta corda” di Bach che costituisce una delle “fughe” più suggestive, anche e soprattutto perché di facile ascolto.

Don Mauro Lucchesi con le tre icone

Infine per la terza domenica d’Avvento un invito a dialogare sulla bellezza della parola che si fa testimonianza sulla scia del Vangelo di Giovanni che, appunto, inizia con “In principium erat verbum” (In principio era la parola). In pratica rispondendo a questi due interrogativi: “quale situazione mette alla prova la mia fede?” e “quale gesto, modo di fare di Gesù sono per me un riferimento nei momenti di difficoltà a credere?”.

Tre domeniche, tre momenti di riflessioni sull’Avvento, che è poi il periodo che precede il Natale, cioè il giorno simbolico in cui si conclude il Vecchio Testamento per poi passare al Nuovo attraverso i quattro evangelisti, gli atti degli apostoli e soprattutto con le lettere di San Paolo, folgorato sulla via di Damasco.
Mario Pellegrini

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