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Comune di Viareggio
sabato, Aprile 20, 2024

“Mai abbandonati i familiari delle vittime della strage”. Il Comune replica al ‘Mondo che Vorrei’ e spiega i motivi dell’estromissione dal processo

L’amministrazione comunale di Viareggio replica alle critiche dell’associazione “Il Mondo che Vorrei”. In una nota ribadisce la propria vicinanza ai familiari delle vittime e spiega i motivi tecnici e legali per i quali ha dovuto incassare la parte residua dei risarcimenti e rinunciare ad essere parte civile al processo d’appello bis in corso a Firenze.

“In questi giorni ci sono state diverse prese di posizione che si sono scagliate con particolare veemenza contro tutte le Amministrazioni che dal 2009 si sono succedute alla guida della Città – inizia la nota – . Affermazioni ingiuste che a tratti appaiono strumentali soprattutto quando, declinate sulla stampa e sui social, vengono riprese e piegate al bisogno del momento a seconda di chi le impugna”.

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“Il disastro ferroviario è una ferita per Viareggio, la Comunità tutta si sente toccata e ne porterà per sempre il segno indelebile – prosegue – . Comprendiamo il dolore di chi ha perso affetti, familiari, amici: per questo, in più occasioni, l’Amministrazione ha taciuto di fronte ad accuse nemmeno troppo velate, silenzi, mancate risposte. Ma se la situazione è complicata dal lato delle emozioni e dei rapporti che ne scaturiscono, la legge è invece molto chiara. Così come la posizione del Comune e delle Amministrazioni”.

L’amministrazione rileva poi che “fin dal primo momento, il Comune è stato vicino alle vittime del disastro e alle loro famiglie: ha seguito come persona offesa le indagini, in udienza preliminare secondo la legge si è costituito Parte Civile, ha partecipato attivamente a ogni grado del processo (Tribunale, Corte d’Appello, Corte di Cassazione). Ne ha condiviso fatiche, impegno, risultati, talora delusioni e amarezza. E’ tutto negli interventi e nelle memorie della Difesa che ha assistito durante il processo sia il Comune di Viareggio sia la famiglia Piagentini e altri congiunti delle Vittime, uniti tutti insieme per verità e giustizia”.

Nella nota poi si affrontano le questioni del risarcimento e della rinuncia a restare parte civile: “L’accantonamento della somma residua del risarcimento deciso nel 2011, era strumento, per altro assai artificioso, che puntellava il permanere del Comune come Parte Civile, almeno fino all’accertamento della verità processuale, ora dalla Cassazione definita con sentenza. Il tema era già stato ampiamente trattato dalla nostra Difesa, con memoria di 107 pagine, depositata il 10.1.2017. Resta – per mandato della Cassazione alla Corta d’Appello di Firenze – di definire le pene ai giudicabili: ma è operazione a cui la Parte Civile deve rimanere estranea”.

E qui sorge un altro problema legale: “Pertanto, ritardare ulteriormente l’incasso della somma residua poteva dar luogo a responsabilità presso la Corte dei Conti, e per questo gli uffici preposti hanno provveduto. Di conseguenza le difese hanno chiesto l’estromissione dal processo evitando che la Corte d’Appello di Firenze decidesse con sentenza e conseguente nostra condanna alle spese. Il Sindaco, il Comune, l’Amministrazione hanno doveri, cui si adempie lavorando in modo conforme alla Legge: questo è tutto”.

“Ma nessuno – conclude la nota – pensi o dica che il Comune, le Amministrazioni e i sindaci, né ora né prima, si sono allontanati da chi ha sofferto e ancora soffre per questa tragedia”.

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