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venerdì, Novembre 22, 2024

Non basta la siccità: colture danneggiate dalla cimice asiatica. Partita la lotta biologica al parassita

Iniziata ufficialmente in Versilia a Massarosa, nella campagna morianese, nella zona di San Lorenzo a Vaccoli, e a Pieve di Compito nel capannorese la lotta biologica per contrastare la diffusione epidemica della cimice asiatica colpevole di danneggiare frutta ed ortaggi. Cinque i lanci complessivi dell’insetto antagonista, il Trissolcus Japonicus, meglio conosciuto come vespa samurai, effettuati nella giornata di martedì 12 luglio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale e seguiti da vicino dai tecnici di Coldiretti che ne aveva sollecitato l’attivazione alla Regione Toscana. La piana e la Versilia sono tra le principali aree regionali interessate dalla campagna anti-cimice asiatica insieme alla provincia di Arezzo. 

“La cimice marmorata asiatica arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca  – perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno a gruppi di 25-28 alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La lotta a questo parassita è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi su oltre 300 specie diverse di vegetali, si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. La lotta biologica, laddove attuata, e penso alla castanicoltura che da anni combattiamo con il lancio del Torymus, ha dimostrato di essere efficace e di essere una pratica sostenibile”. 

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La presenza della cimice asiatica nelle campagne della piana e della Versilia rappresenta un ulteriore elemento di criticità per le aziende agricole che stanno affrontando i continui rincari di materie prime e energia stimati in 14.358 euro in più a causa del conflitto in Ucraina ed ora anche l’emergenza siccità. La frutticoltura è tra i settori sicuramente più danneggiati dall’assenza di precipitazioni e soprattutto dalle temperature record con perdite stimate tra il 20% ed il 50% tra minori rese e prodotti compromessi.

“Anche irrigando le piante da frutto sono in grande sofferenza. – spiega ancora Elmi – La siccità rimpicciolisce i frutti. Si raccolgono prodotti più piccoli, scottati dal sole, prosciugati, disidratati ma sempre più spesso non si raccolgo nemmeno perché cadono prima. Di fronte alla tropicalizzazione del clima, che è già in atto, è necessario organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà come quelli che stiamo vivendo con sempre più frequenza. Per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana. Allo stato attuale le imprese agricole rischiano, hanno già perso o compromesso, il 30% dei raccolti”.

Coldiretti e Anbi hanno presentato un piano invasi: sono 34 quelli previsti in Toscana che potrebbero aumentare di cinque volte la capacità di accumulo delle piogge che per il 90% vanno disperse.

Per informazioni https://lucca.coldiretti.it/ pagina ufficiale Facebook @coldirettilucca, Instagram @Coldiretti_Toscana e  pagina ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana”

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