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lunedì, Maggio 6, 2024

Pesca in mare anfore romane e le rigetta di notte nelle acque del porto per disfarsene: denunciato

Reperti archeologici di epoca romana, risalenti al periodo compreso fra la metà del II secolo a.C. e la fine del I secolo a.C., abbandonati nelle acque del porto di Viareggio. Una scoperta eclatante a cui si è giunti attraverso una complessa attività investigativa condotta dai militari della Guardia Costiera di Viareggio in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province Lucca e Massa Carrara.

Le indagini della Capitaneria di Porto sono scattate in conseguenza di una segnalazione pervenuta da alcuni operatori portuali che – di notte – avevano visto un uomo gettare “strani” manufatti nelle acque della darsena “Viareggio”, simili a grossi proiettili ma difficili da indentificare a causa della scarsa visibilità. I militari, dopo aver localizzato l’area di abbandono degli oggetti, si sono avvalsi della collaborazione della ditta locale di sommozzatori “Lenci Sub” per le verifiche subacquee. Nessuna traccia di proiettili o manufatti bellici; con grande stupore, gli operatori subacquei hanno portato alla luce due anfore romane delle dimensioni di circa un metro ciascuna, fratturate nella parte centrale ma in buono stato di conservazione.

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Gli uomini della Guardia Costiera di Viareggio, dopo aver interessato il competente ufficio della Soprintendenza Archeologica, hanno intensificato le indagini per risalire all’autore dell’abbandono. Sono stati sentiti numerosi testimoni ed acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza del porto che hanno portato ad identificare la persona, immediatamente convocata negli uffici di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto.

Appurata l’intenzionalità dell’uomo di volersi disfarsi di quei beni, recuperati accidentalmente in mare, i militari hanno provveduto a darne notizia all’Autorità Giudiziaria per la commissione dei reati di appropriazione indebita di beni culturali (articolo 518/ter codice penale) e di danneggiamento (articolo 635 codice penale).

La Soprintendenza Archeologica Belle Arti, infatti, ha confermato l’autenticità e l’interesse storico delle due anfore vinarie di epoca romana tipo “Dressel” che saranno restaurate e custodite come pregevoli beni del patrimonio artistico e culturale.

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