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sabato, Maggio 18, 2024

Psicologia, parte all’ospedale Versilia il progetto “Strumenti di viaggio per il percorso ematologico”

“Strumenti di viaggio per il percorso ematologico”. E’ questo il titolo di un progetto che rappresenta una delle attività fondamentali della psicologia in ambito oncoematologico in Versilia.

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi, nell’auditorium dell’ospedale di Lido di Camaiore, con la partecipazione del direttore sanitario aziendale Giacomo Corsini, del direttore del dipartimento delle specialità mediche Roberto Andreini, del direttore dell’area Patologie cerebro cardiovascolari Renato Galli, della direttrice del presidio ospedaliero Lisanna  Baroncelli, del direttore di Zona distretto Alessandro Campani, del direttore della dell’Ematologia aziendale della Asl Toscana nord ovest Enrico Capochiani, del responsabile della struttura di Ematologia del Versilia Alessandro Stefanelli, degli psicologi dell’unità operativa di Psicologia di continuità ospedale territorio, di pazienti, familiari, di specialisti e di rappresentanti del Comitato Versilia per l’Ematologia ODV, associazione che ha collaborato al percorso e che da sempre opera a fianco degli operatori del settore.

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Il progetto, che è stato presentato dalla psicologa Francesca Dazzi insieme ad Alessandro Stefanelli – nasce dai “Giovedì dell’Ematologia”, una serie di incontri pubblici (se ne sono svolti 13) organizzati nel corso dell’anno, che hanno rappresentato uno spazio informativo per cittadini e specialisti per promuovere la salute attraverso l’educazione. L’obiettivo principale era infatti quello di creare, attraverso l’informazione, una cultura condivisa come prevenzione e protezione della salute.

In particolare l’intervento psicologico che l’unità operativa Psicologia continuità ospedale territorio,  diretta da Patrizia Fistesmaire,  svolge all’interno del reparto versiliese – con il costante supporto del Comitato Versilia per l’Ematologia –  fa riferimento alla legge 219 del 2017 che promuove la relazione come tempo di cura, valorizza l’autonomia decisionale del paziente, pone come centrali informazione e psicoeducazione nel contratto di fiducia alla base della presa in carico.

Tutti gli specialisti coinvolti nel percorso ematologico hanno affrontato mensilmente, negli incontri del giovedì, una tematica diversa e il dibattito in doppia prospettiva (mente-corpo) ha coinvolto circa 200 utenti totali. 

Partendo dalla consapevolezza che la condizione del corpo influenza i nostri pensieri e viceversa, sono stati trattati argomenti di grande rilevanza: il processo diagnostico, la chemioterapia outpatient, la chemioterapia-ricovero in reparto, il paziente anziano, l’adattamento alla malattia, remissione di malattia, il trapianto, la medicina integrata, il dolore, le cure palliative, gli accessi venosi e il corpo, la psichiatria e il paziente organico. 

Nel contesto di questo percorso multidisciplinare, gli specialisti hanno messo la loro competenza a disposizione dell’utenza rispondendo a tutte le domande dei presenti. 

Le riflessioni e criticità emerse dai Giovedì dell’Ematologia sono state poi raccolte in un manuale informativo, intitolato appunto “Strumenti di viaggio per il percorso ematologico”, distribuito gratuitamente nelle sedi ambulatoriali dell’Ematologia dell’Azienda USL Toscana nord ovest.  Nel testo si parla quindi della malattia, della relazione, del tempo di cura, degli aspetti burocratici e pratici che impattano inesorabilmente sulla qualità di vita del sistema in cui la malattia si manifesta.

Molti gli elementi emersi da questa analisi a 360 gradi. Prima di tutto il fatto che la complessità istituzionale coinvolge la  persona che porta la malattia ma anche gli operatori della salute. Inoltre, nell’ammalarsi c’è una quotidianità che necessita di una narrazione di significati possibili che rendano tollerabile il percorso di malattia, sia per gli utenti che per gli operatori.  Quando non c’è un accesso al simbolico e al narrativo si possono creare “frammenti” che rendono complesso e impraticabile il percorso di presa in carico. E’ stata anche ribadita la necessità di una formazione che permetta agli operatori la conoscenza di aspetti della comunicazione e della relazione, oltre a confermare il ruolo della psicologia nei processi di cura, per individuare “l’intreccio tra corpo e mente”.

Il progetto proseguirà anche nel prossimo anno e sarà ancora un’attività presente e ben valorizzata in ambito oncoematologico.

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