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mercoledì, Maggio 8, 2024

Qual è l’identità di Viareggio? Le riflessioni di Stefano Carlo Vecoli dopo la correzione della scritta al Muraglione

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’architetto Stefano Carlo Vecoli in merito al dibattito che si è aperto sui social e sui giornali riguardante la scritta fatta sul muraglione di Viareggio relativa al Carnevale che è stata modificata diventando “VIAREGGIO non È solo IL CARNEVALE“.

É bastato che nottetempo un arguto viareggino abbia aggiunto un semplice “non solo” alla scritta sul Muraglione per scatenare i “custodi della ortodossia dei coriandoli nel sangue”, e dare così mano alla celere censura del tinteggiatore insignito di tal compito per divino ordine dalle maschere tutte, in primis Burlamacco. Peccato per i censori, ma in tempi di social, basta una foto e la “sacrilega scritta” può ancora vivere.

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E non solo arguto è stato chi ha scritto “non solo”, ma pure attento grafico, scrivendo in minuscolo e piccolo la sua aggiunta in modo da permettere entrambe le letture, con e senza “non solo”. Una finezza non da poco, segno di una studiata e intelligente tecnica grafica. Perchè l’aggiunta, com’era stata progettata e realizzata, permetteva entrambe le letture! Così come graficamente era stata eseguita, avrebbe potuto accontentare sia chi crede che Viareggio sia ( É ) il Carnevale e chi osa magari pensare che sia anche altro o possa essere anche altro. Quando si è sul muraglione per esempio basta voltarsi a guardare il porto, i cantieri, e ben si comprende cosa possa essere anche l’altro.

Sui social molto è stato il dibattito, molte le osservazioni in cui, in ognuna, c’è un po’ di verità e saggezza e vorrei domandare a quanti hanno discusso pro e contro: ma se questa aggiunta fosse stata tenuta per qualche mese, o un anno, avrebbe così guastato l’immagine della città e del carnevale? o non sarebbe servita a suscitare un po’ di riflessioni e dibattito in questa città che pare, da diverso tempo, culturalmente e politicamente sopita?

A me personalmente la scritta originale piaceva e piace, ma questo guizzo burlesco, pieno di spirito anarchico e carnevalesco e quindi molto viareggino, cosa che non è invece la censura, aveva (ha) aggiunto un po’ di pepe a una città sonnacchiosa. C’è chi la vede piena di Bellezza e chi di problemi irrisolti, partendo da una scritta sul muro magari si potevano e si possono affrontare pure altre problematiche, per esempio quale sia l’identità attuale di questa città. Non è zittendo chi ha cercato di far vedere anche un altro punto di vista che si risolvono i problemi e si ritrova un comune sentire che possa davvero essere credibile e condivisibile e dare quindi positive prospettive future. 

Ben vengano i “Pasquini” (celebre statua parlante di Roma, nda.) irriverenti e arguti a smuovere le acque del Tirreno (come piace a noi chiamarlo, anche se è il mar Ligure), portano un po’ di sano e ribelle libeccio a scompigliare i capelli e le idee.

Voglio aggiungere una riflessione in più. Quando vado a Lucca per i Comics, i Cosplay o per Cartabia (con splendide opere in cartone) a me viene spesso da pensare che sarebbero state perfette per Viareggio città del Carnevale, sicuramente avrebbero potuto essere sinergiche e complementari. Mi chiedo ma i dirigenti di un tempo che erano a dirigere il Carnevale o Assessorati vari non si accorgevano di queste realtà? E che forse, dico sommessamente forse, sarebbero state perfette per la città del Carnevale? A già, ma qua abbiamo la passeggiata più bella del mondo, dicono, e tanto a molti basta.

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