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venerdì, Maggio 3, 2024

Screening del colon retto: confronto sui requisiti di organizzazione e di alta qualità nell’Asl Toscana nord ovest

Un convegno sullo screening del colon retto e sul percorso che devono affrontare i cittadini una volta risultati positivi al test del sangue occulto nelle feci. Si è svolto nei giorni scorsi all’Una Hotel di Lido di Camaiore con la partecipazione di oltre 90 operatori della sanità.

E’ stata questa l’occasione per un proficuo confronto tra professionisti dell’ASL Toscana nord ovest, delle altre Aziende territoriali, delle ospedaliere toscane e di altre regioni per confrontarsi sui dati di adesione allo screening del colon retto, presentati da Paola Mantellini di ISPRO che continuano a dimostrare un’enorme variabilità sul territorio nazionale.

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Questo è stato confermato anche dalla relazione del past president nazionale della Società di Endoscopia digestiva e direttore della struttura di Gastroenterologia dell’ospedale “Monaldi” di Napoli Luigi Pasquale, il quale ha evidenziato la persistenza del divario tra le regioni del sud e le altre, con lo screening del colon retto come costante “fanalino di coda” di tutti i controlli preventivi.

Hanno portato i saluti e dato l’avvio ai lavori il direttore sanitario dell’Asl Toscana nord ovest Giacomo Corsini e il direttore della Zona distretto Versilia Alessandro Campani, i quali hanno ribadito quanto sia importante riuscire a sensibilizzare i cittadini ad aderire allo screening colon rettale, che permette di intercettare precocemente le lesioni intestinali tipo adenomi o polipi. 

La direttrice della struttura Screening dell’Asl e responsabile scientifica del convegno Lidia Di Stefano ha espresso grande soddisfazione per la partecipazione attiva ai lavori di molti professionisti che durante la discussione hanno fornito utili suggerimenti per cercare di migliorare l’adesione allo screening. Ciò a conferma di quanto il tema sia sentito da tutti gli operatori della sanità, che hanno il dovere di far comprendere ai cittadini quanto sia importante aderire.

Solo nel 2023 a livello nazionale sono stati diagnosticati oltre 50.500 carcinomi del colon retto: se questi cittadini avessero aderito in passato alle campagne di screening organizzate in tutte le regioni, il numero di carcinomi colon retto diagnosticati sarebbe stato indubbiamente inferiore visto che con la colonscopia, adenomi o polipi sarebbero stati rimossi evitando la loro trasformazione in carcinoma. Esistono oggi – come ha dimostrato il direttore dell’unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Livorno e Pontedera e coordinatore di tutte le Endoscopie aziendali Raffaele Manta – nuove tecniche che consentono di rimuovere anche i polipi più difficili e insidiosi ben aderenti alla mucosa intestinale con metodiche innovative e all’avanguardia. Il dottor Manta ha anche illustrano le più recenti tecniche che consentono una rimozione radicale delle lesioni superficiali del colon evitando interventi chirurgici.

La direttrice del dipartimento della medicina generale dell’Asl Maria Stella Adami ha sottolineato quanto sia importante il ruolo di sensibilizzatore del medico di famiglia che nell’ambito del suo rapporto di fiducia con i propri assistiti può e deve fare la differenza.

Il momento cruciale del convegno – motivo ispiratore dello stesso e grande obiettivo raggiunto dal gruppo multidisciplinare grazie ad oltre un anno di lavoro – è stato quello della presentazione, da parte del responsabile clinico aziendale  Giovanni Finucci, del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) sul carcinoma del colon retto intercettato dallo screening. Si tratta di un percorso che uniforma in tutte le sedi dell’Asl Toscana nord ovest l’approccio al cittadino positivo alla ricerca del sangue occulto nelle feci.

Laddove il cittadino risulti positivo al test di screening, in qualunque ambito zonale risieda, gli verrà infatti offerta da parte dei clinici la possibilità di effettuare l’approfondimento in sedo analgesia procedurale, una metodica che gli permetterà di fare la colonscopia senza sentire alcun dolore o fastidio. Questo è importante, perché una delle limitazioni ad una migliore risposta a questo specifico screening è spesso rappresentato proprio dalla paura di avvertire dolore durante l’esecuzione della colonscopia.

Interessante è stata poi la relazione di Paola Da Massa Carrara, medico dell’Endoscopia dell’ospedale di Lucca, che ha approfondito il tema dei requisiti di qualità e di performance di una colonscopia, suscitando vari interventi tra i presenti, anche sui concetti di ecosostenibilità ambientale cui devono tendere le Endoscopie, essendo – come ha sottolineato il dottor Finucci – delle grandi produttrici di rifiuti. Quello dell’Asl Toscana nord ovest è il primo percorso diagnostico terapeutico assistenziale a livello nazionale in cui si forniscono indicazioni di ecosostenibilità e i professionisti hanno espresso il loro orgoglio per questo primato.

Il percorso prevede, inoltre, la possibilità di optare per la preparazione all’esame più adatta a ciascun cittadino tenendo conto delle caratteristiche costituzionali e cliniche di ogni persona che deve fare l’approfondimento. Proprio delle preparazioni intestinali ha parlato Lorenzo Bertani, medico dell’Endoscopia dell’ospedale di Pontedera, il quale ha mostrato i risultati di studi sull’utilizzo dei diversi tipi di preparazione ad oggi presenti in commercio che prevedono, accanto alla classica preparazione ad alto volume offerta gratuitamente nelle strutture, l’opportunità di poter scegliere altre due tipologie di soluzioni a più basso volume che riducono la quantità di soluzione da dover assumere, mantenendo inalterata la qualità della pulizia intestinale.

L’auspicio è che presto, come succede già in alcune realtà di Roma – come rilevato da Alessandra Guarino, medico dell’ASL Roma 6 – si possa anche nella nostra realtà concedere agli endoscopisti  la possibilità di scelta tra più tipi di preparazione.

Sempre la dottoressa Guarino ha parlato del ruolo cruciale svolto dagli infermieri di Endoscopia nel percorso dello screening colon retto e di quanto un buon approccio comunicativo talvolta riesca a convincere ad aderire anche il cittadino più reticente. Un concetto ribadito da Moira Borgioli, del dipartimento infermieristico e ostetrico dell’Asl, che ha sottolineato la rilevanza degli aspetti comunicativi da parte del personale di Endoscopia e di quanto possono fare la differenza in fase di colloquio con i cittadini. Di formazione e in particolare sul retraining formativo inteso come apprendimento di nuove tecnologie ha ampiamente parlato Giuseppe Galloro, docente dell’Università Federico II di Napoli, che con la sua competenza ha reso l’argomento molto intrigante.

Hanno inoltre partecipato ai vari momenti di discussione in qualità di discussant, moderatori e presidenti altri professionisti noti nel settore medico, endoscopico, gastroenterologico o chirurgico,  quali Roberto Andreini (direttore del dipartimento medico dell’Asl),  Federico Corti (direttore Gastroenterologia medica dell’ospedale Versilia), Giuseppe Ciancio (Endoscopia di Prato), Andrea Nucci (Endoscopia di Firenze), Marco Capanni (Endoscopia di Siena Asl Toscana Sud Est), Raffaele Macchiarelli (Azienda Ospedaliera Senese), Elena Bongini e Elena Cavargini (Endoscopia di Arezzo), Iginio Dell’Amico (Endoscopia di Massa), Stefano Pallotta (Endoscopia di Portoferraio), Ottaviano Tarantino (Endoscopia di Empoli), Marco Biscontri (Endoscopia di Grosseto). Ognuno di loro ha apportato informazioni preziose per la platea e spunti di riflessione futura.

Presente anche Emanuele Marciano, attuale presidente della Società Italiana di Endoscopia Chirurgica e direttrice della struttura di Endoscopia digestiva dell’Azienda Ospedaliera di Pisa con cui, tra l’altro, l’Asl Toscana nord ovest sta per chiudere un’importante convenzione su tutti e tre gli screening nell’ottica dell’area vasta, in cui le due componenti principali (Asl territoriale e Azienda Ospedaliera) lavorano insieme, in perfetta armonia, per favorire il percorso dei nostri cittadini.

All’importante evento di Lido di Camaiore – come ha ricordato la dottoressa Di Stefano – faranno seguito sette incontri di formazione già programmati tra il mese di maggio e il mese di giugno indirizzati ai professionisti di tutta l’Asl che entrano in una delle fasi del percorso proprio per presentare nei dettagli il PDTA sul colon retto che da pochi giorni è stato pubblicato sul portale della qualità dell’Azienda. Gli incontri verranno organizzati nei 5 ambiti aziendali – Lucca, Versilia, Pisa, Livorno e Massa – per favorire la partecipazione del personale e un aggiornamento sarà organizzato in due mattinate, di sabato, a Pisa e a Lucca, per i medici di medicina generale, che svolgono un ruolo importante e fidelizzante nei confronti dei loro assistiti, basilare per l’aumento dell’adesione agli screening.

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