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giovedì, Novembre 21, 2024

Serata “principesca” per il connubio tra Cinema e Viareggio

Nel giorno in cui ha compiuto i cento anni di vita il Grand Hotel Principe di Piemonte è stato celebrato con uno degli appuntamenti del cartellone de “Gli Incontri del Principe” realizzati in collaborazione con l’amministrazione comunale di Viareggio e condotti dall’inviato speciale de “Il Giornale” Stefano Zurlo. Il primo di una serie di omaggi per il secolo di vita che culmineranno la sera del 13 agosto con la presenza di Vittorio Sgarbi.

E sabato sera il nome del gioiello liberty, vanto di Viareggio e non solo, è stato declinato in termini cinematografici. Perché il cinema per una sessantina di pellicole ha scelto Viareggio come location e una di queste occasioni è stata per la realizzazione di “Frenesia dell’estate”, capolavoro firmato da Luigi Zampa. La pellicola sempre molto bella e gradevole è stata proiettata sullo schermo realizzato sul palco dove si svolgono in esterna “Gli Incontri del Principe”.

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In piazza Maria Luisa proprio davanti al Grand Hotel che, scintillante, faceva da sfondo. Una serata da cinema sotto le stelle molto gradita da un pubblico folto e attento, che si è aperta all’insegna di un breve talk show, secondo quelli che sono i canoni classici del cartellone.

È stato molto interessante ascoltare Gianni Canova, critico cinematografico, accademico italiano e rettore della facoltà di Lingue e comunicazione dello Iulm di Milano. Uno dei massimi esperti italiani di cinema ha parlato del film che sarebbe stato proiettato di lì a poco e del rapporto tra Viareggio e il cinema. “La pellicola è del 1964, un anno dopo lo straordinario 1963 in cui il cinema italiano ha vinto tutto. L’Italia è stata modernizzata e un grande regista come Luigi Zampa pone lo sguardo su questa Italia e su questi italiani”.

Canova ha sottolineato che benché ufficialmente non lo fosse, in realtà “Frenesia dell’estate” è un film a episodi come andava di moda in quegli anni. “Non è certamente una commedia balneare nel senso classico del termine anche se il titolo lo farebbe intuire. Una squadra di sette-otto sceneggiatori scrivono un film di assoluta modernità che mette in crisi la virilità del maschio italiano tanto celebrata in altre pellicole del periodo”.

E anche le donne, come sottolineato da Gianni Canova, sono di assoluta modernità e Sandra Milo ne è l’esempio. “Emerge – evidenzia il rettore dello Iulm – una Viareggio non cartolinesca fatta di spiaggia e di locali super affollati, in bilico fra tradizione è modernità. Bellissime le scene delle sfilate di moda all’interno del Grand Hotel”. Sia Stefano Zurlo che Gianni Canova hanno sottolineato come Luigi Zampa sia stato uno tra i registi più censurati del cinema italiano. “Un cane sciolto, che non aveva padrini politici, che non amava fare prediche ma usare il registro del grottesco”. Per Canova l’accostamento che si può fare è con Ettore Scola che “però era più politicizzato”. Dopo l’intervista è seguita la proiezione.

(Stefano Zurlo e Gianni Canova in un momento della serata – Frame Photo Lab)

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