La Pineta di Ponente, già lussureggiante polmone di verde nel centro di Viareggio, è diventata un pericolo pubblico. Infatti basta che arrivi un’allerta gialla perché ne venga vietato l’accesso. Questo perché c’è il pericolo costante che qualche pino cada a terra per il forte vento o per l’acqua torrenziale che sta caratterizzando le precipitazioni in questo periodo di cambiamento climatico. Comunque, prescindendo da questa situazione decisamente anomala rispetto al passato, ciò che balza subito in evidenza sono le ampie zone non alberate, un fatto che soprattutto in estate fa aumentare sensibilmente le temperature e diminuire di conseguenza la salubrità di quella che un tempo era una zona dove si andava a prendere il fresco. Di converso resistono bellamente i platani di viale Capponi, i lecci e le querce che gradatamente hanno sostituito i pini, la cui ecatombe è ormai inarrestabile.
Si rende quindi necessario un intervento strutturale che permetta almeno la fruizione dei viali e dei vialetti che intersecano la pineta. Non parliamo poi dei pini che fiancheggiano via Fratti dagli incroci con via Vespucci e via Zara, dove gli alberi cadendo hanno spesso causato l’interruzione del transito. In questa zona infatti si sta procedendo ad un ulteriore abbattimento dei fusti più pericolanti, ma così facendo si creano ulteriori spazi vuoti che , riempiti successivamente con i molti lecci e le querce che dalle intemperie non subiscono danni, ci sembrerebbe più opportuno chiamarla – si fa per dire – “Lecceta di Ponente” e non più “Pineta di Ponente”.
Per non parlare poi dei pini sparsi qua e là nel centro cittadino, e non solo. Per esempio, dei quattro pini che limitavano il sagrato della basilica di San Paolino, lato via Mazzini, fra caduti spontaneamente o abbattuti non ne è rimasto uno, mentre dei quattro che limitavano il sagrato di S. Andrea lato via Felice Cavallotti, uno è stato abbattuto perché pericolante; tutto questo, senza tener conto degli altri che si sono dovuti abbattere in centro e periferia per evitare che provocassero danni a persone e cose.
Il problema dei pini per Viareggio è certamente uno dei primi che è indispensabile risolvere, perché con i fortunali e le bombe d’acqua che si sono abbattuti sulle coste italiane, non è detto che – facendo i debiti scongiuri – continuino ad evitare Viareggio. Sta di fatto che ampi spazi, già occupati da questa pianta, sono diventati autentici prati che costantemente si stanno allargando per il continuo taglio degli alberi che, come si è già detto, costituiscono un autentico pericolo pubblico.
Purtroppo si è giunti all’emergenza attuale per decenni e decenni di incuria, anche perché sorge il dubbio che se dopo i primi crolli di alberi si fosse intervenuti con tempestività, non si sarebbe giunti a questo punto, intervenendo in primo luogo su quei fusti che stavano in piedi perché le chiome si appoggiavano a quelle limitrofe. Ma il male ormai è stato fatto e piangere su quello che è accaduto non serve a nulla. Tempo fa, grazie ad un finanziamento triennale della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, vennero spesi alcuni milioni di euro per sistemare l’intera area, tanto è vero che l ambiente poté godere di sostanziali miglioramenti, che poi sono stati progressivamente vanificati e aggravati con il crescente pericolo di cadute. E questo può accadere in tutte le stagioni dell’anno, quindi anche in piena estate allorché questa “pineta” è frequentata di giorno e di notte da migliaia di persone. Ecco così che si è giunti alla fine di questi lavori di straordinaria manutenzione, dato che è sufficiente un’allerta meteo di colore giallo – come si è già scritto – per bloccare ufficialmente tutti gli accessi, proprio per evitare che accada il peggio.
Mario Pellegrini