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venerdì, Novembre 22, 2024

Canadair precipitato, commemorati a Vittoria Apuana i piloti Stefano Bandini e Claudio Rosseti

Stamattina, in piazza Moore a Vittoria Apuana, sono stati commemorati i piloti Stefano Bandini e Claudio Rosseti che diciassette anni fa persero tragicamente la vita con il loro Canadair in un terribile incidente mentre erano impegnati nello spegnimento di un incendio sulle colline di Ripa. Erano presenti alla cerimonia il vicesindaco Graziella Polacci, l’assessore Simona Seveso e i consigliere Luigi Trapasso e Massimo Lucchesi di Forte dei Marmi, il presidente del consiglio comunale di Seravezza Marco Pellegrini, oltre alle autorità militari e alle associazioni del territorio. Dopo l’intervento del vicesindaco Polacci e la lettura da parte dell’assessore Seveso di una poesia che il padre di uno dei due piloti scrisse subito dopo la tragedia, sono intervenuti in una preghiera prima Padre Fabiano della chiesa di San Francesco e poi Don Piero della chiesa di Sant’Ermete.

Prima della cerimonia a Vittoria Apuana – dove il Canadair precipitò senza causare vittime, grazie allo spirito di sacrificio dei due piloti – , è stato deposto  un mazzo di fiori alla scultura che ricorda i due piloti nel palazzo civico di Querceta, opera dello scultore Franz Teodoro Sartori, alla presenza dell’ingegner Roberto Orsini, responsabile dell’Ufficio di Protezione civile del Comune, accompagnato da Carlo Bertoli, al suo ultimo giorno di lavoro prima del pensionamento, dopo anni dedicati alla protezione civile.

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Il ricordo dei due piloti nel palazzo civico di Querceta

“Stefano Bandini e Claudio Rosseti in quel tragico 18 marzo di 17 anni fa ci hanno salvato due volte: dall’incendio che stava divampando sul monte di Ripa e dalle conseguenze che avrebbe potuto avere quel tragico incidente – ha affermato Marco Pellegrini – . Seravezza e Forte dei Marmi, due territori limitrofi, pochi chilometri di distanza che in quell’ultimo volo devono essere stati lunghissimi, pensando alle conseguenze dell’avaria al loro Canadair, il tentativo di arrivare sino al mare per salvare e salvarsi. Infine, vedendo che questo atterraggio di fortuna era impossibile, la decisione di pensare a salvare le persone che avrebbero potuto rimanere coinvolte nell’incidente. La dinamica ha sempre dimostrato come non si sia trattato di un velivolo precipitato per caso in quel punto ma della scelta di impattare in uno spazio dove potevano essere limitati i danni, anche in considerazione delle numerose abitazioni presenti e della vicina Casa di cura San Camillo”. Nel corso del ricordo dei due piloti, Pellegrini ha sottolineato che “come amministratori pubblici abbiamo anche il dovere di tramutare quelle immagini che hanno provocato e provocano tutt’oggi dolore in un messaggio che renda sempre vivo il sacrificio di questi due eroi, il loro impegno per l’ambiente, il loro amore per la vita”.

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