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martedì, Dicembre 3, 2024

“Caso Scubidù”, assolti Bianchi e Parenti. L’accusa era di smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi

Il giudice del tribunale di Lucca, Riccardo Nerucci, ha assolto l’ingegner Filippo Bianchi e il dottor Michele Parenti, all’epoca dei fatti, rispettivamente, delegato responsabile lavori pubblici e manutenzioni e dirigente area servizi del territorio e delle imprese presso il Comune di Pietrasanta, dall’accusa di smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi avanzata a loro carico a seguito di indagini collegate ai lavori di adeguamento antincendio dell’asilo Scubidù.

I fatti risalgono al 2018: durante gli interventi al nido comunale fu rimossa anche la pavimentazione in linoleum; verifiche Asl rilevarono la presenza di fibre di amianto nel mastice bituminoso che la fissava alla base, il cantiere fu sospeso e le ulteriori indagini di Asl e Arpat, coordinate dalla Procura di Lucca, portarono al rinvio a giudizio di Bianchi e Parenti. Il procedimento si aprì a marzo 2022 con i due imputati difesi, rispettivamente, dagli avvocati Debora Ianniello ed Enrico Marzaduri ed è giunto a conclusione martedì scorso con l’audizione dell’ultimo consulente tecnico, la discussione e la pronuncia dell’assoluzione nella formula “perché il fatto non costituisce reato”.

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“Nel 2015 – spiega l’avvocato Ianniello – l’Azienda sanitaria locale aveva inviato una comunicazione a tutti i Comuni della Versilia dove esprimeva la possibilità che, nei componenti in vinile o linoleum degli edifici scolastici, fosse rilevabile anche la presenza di amianto. Ma questa informativa, come hanno confermato anche diversi testimoni, non è mai giunta all’ufficio lavori pubblici del Comune di Pietrasanta: nessuno, dunque, poteva porsi anche solo il dubbio della necessità di smaltire in modo differente la pavimentazione dello Scubidù”.

“Sono soddisfatto dell’esito processuale – commenta l’ingener Bianchi, oggi assegnato alla verifica dello stato di attuazione delle linee di mandato del sindaco per gli interventi sul territorio e al coordinamento dei fondi Pnrr – perché non solo conferma la buona fede del nostro operato in quell’occasione ma rende anche giustizia alla sensibilità che il Comune di Pietrasanta ha, da sempre, per la corretta gestione ambientale di materiali e risorse, riconosciuta negli anni dalle attestazioni rilasciate da organi di controllo incaricati”.

Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro 60 giorni dalla pronuncia.

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