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venerdì, Novembre 22, 2024

Celebrati i 75 anni del conferimento alla Provincia di Massa Carrara della medaglia d’oro al valor militare

Una serata intensa, ricca di emozioni, quella di Palazzo Ducale, a Massa, in occasione dei 75 anni del conferimento alla Provincia di Massa-Carrara della medaglia d’oro al valor militare.

La cerimonia ha preso il via nell’atrio del palazzo di fronte alla lapide che riporta la motivazione di quella onorificenza con la deposizione di una corona d’alloro da parte del presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, alla presenza del Gonfalone provinciale, dei sindaci, di autorità civili e militari, con i labari dell’Anpi e delle associazioni combattentistiche e d’arma schierati  a conferire gli onori.

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Il corteo si è poi trasferito in Sala della Resistenza dove la vice presidente della Provincia, Elisabetta Sordi, delegata alle pari opportunità, introducendo la serata ha messo in evidenza l’apporto decisivo delle donne alla lotta di liberazione.  

Il presidente nel suo intervento ha ringraziato tutti gli intervenuti: “Una serata importante per tutto il territorio. Quella assegnata alla nostra Provincia è stata la prima assegnata in Italia: abbiamo spesso letto le motivazioni ma forse spesso leggendole tutte d’un fiato ci sono sfuggiti alcuni aspetti”. Lorenzetti ha quindi proseguito il suo intervento rileggendo  e suddividendo in paragrafi il testo provando “a declinare  quelle motivazioni coniugandole a quello che è successo e al perché”. Dopo la disamina Lorenzetti ha concluso il suo intervento precisando che “quando noi abbiamo le manifestazioni e ricorrenze da ricordare, se non le approfondiamo nella dovuta maniera alla fine di fronte a tutte queste persone che sono morte sacrificando la vita per la libertà io credo che tradiremmo un’ideale. Lascio a ognuno di voi, nella sua mente, ognuno nelle proprie differenze,  il compito di pensare a come declinare oggi, la libertà, la giustizia e quelli che sono i valori che ci consentono ogni giorno di vederci, di dire quello che pensiamo e di fare quello che riteniamo utile”.

Un filo rosso come quello dell’abbigliamento che lo contraddistingue in queste occasioni, ha legato assieme l’intervento del presidente provinciale dell’Anpi, Nando Sanguinetti: l’emozione palpabile del ricordo che si poteva percepire nello sguardo e nella mimica. “Io c’ero: ero in piazza delle Erbe, ero quando si andava a Parma per la farina”. È stato lui a condurre per mano lungo quei sentieri della memoria fino a quando un ricordo è riemerso spezzandogli la voce più volte in gola, quello del fratello morto partigiano “quel fratello che credevo immortale”. “Oggi – ha concluso Sanguinetti – questo tipo di Resistenza non sarebbe più possibile con le armi  e le tecnologie che hanno le grandi potenze. Oggi l’unico spazio possibile è quello che qui ha permesso di ottenere  la vittoria e la liberazione, ovvero la resistenza non armata, quella messa in atto dalle nostre donne  e dai civili, senza di quella non sarebbe stato possibile questo epilogo”.

È stata poi la volta di Paolo Chianese, presidente di Assoarma, ricordare il significato delle medaglie al valor militare e lo ha fatto soffermandosi e leggendo alcune delle motivazioni della loro concessione, da Werther Cacciatori a Stefano Paolicchi.

Fabio Cristiani ha poi  riportato il pubblico lungo quei sentieri del passato, a quell’ottobre del 1954, quando la medaglia fu affissa al gonfalone della Provincia dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, e più precisamente all’inaugurazione del monumento stele alle Fosse del Frigido con la lettura scenica della celebre orazione di Piero Calamandrei.

A chiudere la commemorazione è stato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha ricordato  momenti di quei tragici anni con la linea gotica ferma su questo versante mentre già larga parte della regione era libera ed ha coniugato quei valori espressi dalla Resistenza, legati al martirio di partigiani e civili, a quelli scritti poi nella costituzione soffermandosi sui primi dieci articoli, quel testo a cui proprio Calamandrei aveva dato il contributo alla stesura come componente  e capogruppo nella assemblea costituente.

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