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giovedì, Aprile 25, 2024

C’era una volta l’Africa, visioni di video in mostra

Venerdì 22  alle ore 18 e sabato 23 luglio alle 21, presso The Project Space (via Nazario Sauro 52, a Pietrasanta) viene proiettato il ciclo di video della rassegna “Once Upon a Time in Africa. Videoart Visions”, promossa in collaborazione con Lis10 Gallery e prodotta grazie a Over The Real, festival dedicato alla videoarte e alle nuove tecnologie espressive (con il patrocinio della Regione Toscana), curata da Alessandro Romanini e Maurizio Marco Tozzi.

La rassegna raccoglie produzioni dei vari paesi del continente africano, dal nord all’area sub-sahariana ed è un’estensione della mostra prodotta da Lis10 Gallery e The Project Space “Once Upon a Time in West Africa”, che ospita le principali voci creative contemporanee dell’Africa Occidentale, molte delle quali presenti alla Biennale di Venezia e quella di Dakar 2022.

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Come sottolineava Paulin Soumanou Vieyra nel 1973, “il cinema è un mezzo meraviglioso per la descrizione e la satira sociale”; la produzione cinematografica (come quella letteraria) nasce e si sviluppa solo dopo la seconda guerra mondiale, nel periodo immediatamente precedente la decolonizzazione del continente.

La definitiva esplosione del cinema prima e negli anni 80’-90’ della videoart, avverrà con le dichiarazioni d’indipendenza di massa (ben 17 nel 1960), anche grazie a figure come Sedar Senghor, poeta e primo presidente del nuovo Senegal, che sosterrà in maniera consistente arte e cinematografia.

Risulta strettamente legato con la tradizione orale africana nella quale la parola gioca un ruolo cardine. L’espressione visiva cinematografica prima e quella video poi, fioriscono quindi nel contesto della narrazione condivisa (fiabe, racconti, miti…), nell’ambito della memoria collettiva.

Laetitia Ky

In uno specifico rapporto con la realtà e la memoria, non mediate né trasmesse attraverso la sintassi scritta, trova terreno fertile nella narrazione visiva.

L’accesso democratico alle tecnologie audiovisive, elettroniche prime e digitali poi – senza dimenticare il ruolo chiave svolto dal Super 8 – ha prodotto un vasto paradigma di tecniche e stili.

L’espressione videoartistica africana, al contrario di quella occidentale risulta meno dipendente ed eversiva rispetto al linguaggio televisivo.

Il programma video testimonia l’utilizzo del video sia come mezzo di denuncia, sia come strumento pedagogico, senza dimenticare le acute analisi di concetti come quelli di tolleranza, socialità, identità e diversità.

Il video nell’Africa contemporanea è considerato dagli artisti e dagli attivisti culturali come una risorsa aggiuntiva alla fotografia, pittura e scultura.

Un prezioso strumento per narrare la storia e la cronaca, la relazione fra tradizione e modernità, “sabotando” e ibridando con libertà militante, generi e stili.

Fanno parte della rassegna “Once Upon a Time in Africa. Videoart Visions” le seguenti opere audiovisive:

Abdoul-Ganiou Dermani (Togo) – Covidentity (2021) 2:22

Mourad Hamla (Algeria) – Violent Poetry (2022) 11:42

IMAD Ghadjetti (Algeria) – Utopian (2022) 6:23

Edwin Paul Kazoka, Belinda Assenga (Tanzania) – Chumba 61 (Room 61) (2020) 5:00 Philani A Nyoni (Zimbabwe) – Pfamba (2022) 2:49

Khanyiso Booi (Sud Africa) – Bhavana (2022) 3:13

Oladele Bello (Nigeria) – Esu (2022) 3:40

Mai Mustafa Ekhou (Mauritania) – Gone and never back (2020) 9:13 Emir Haj Salah (Tunisia) – Edicius (2021) 9:00

Joseph Kitone (Uganda) – Emily And The Panhandler (2022) 7:22

The Project Space Pietrasanta – Via Nazario Sauro, 52, Pietrasanta (Lu) – Info: 3334191734, e-mail: info@theprojectspace.it, sito web: www.theprojectspace.it

(Nella foto in copertina Brice esso)allegate due artisti che espongono nella mostra“Once Upon a Time in West Africa” in corso.

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