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domenica, Maggio 5, 2024

Liberazione, a Sant’Anna la vicepresidente della Camera Anna Ascani: “La verità storica non si cancella”

Al Sacrario del Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema, oggi pomeriggio, è stata onorata la Festa della Liberazione. Erano presenti per l’occasione la vicepresidente della Camera dei Deputati Anna Ascani a cui era stata affidata l’orazione ufficiale, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Umberto Mancini.

Tutti hanno ricordato i tragici episodi del 12 agosto 1944, quando il piccolo borgo versiliese fu assaltato dalle truppe dei soldati tedeschi accompagnati dai fascisti e vennero uccise 560 persone tra donne, anziani e bambini. Quasi tutti hanno citato le parole di Piero Calamandrei, i valori antifascisti che rappresenta questo luogo, i valori di libertà, uguaglianza e democrazia che sono nati dalle ceneri di questa tragedia, e che hanno dato vita, grazie anche alle tantissime altre tragedie accadute in Toscana e in Emilia Romagna, prima alla Costituzione italiana e poi all’Unione Europea. Ed è proprio quest’ultima, la Commissione europea, che ha riconosciuto di recente al Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema il Marchio del patrimonio europeo: proprio oggi è stata svelata una stele all’ingresso della chiesa con su applicata la targa consegnata al sindaco di Stazzema Maurizio Verona.

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“Qui, ancora una volta, l’uomo mostrava fin dove poteva arrivare il proprio abisso morale – ha detto la vicepresidente della Camera Anna Ascani a Sant’Anna -. Qui, come a Marzabotto e negli altri paesi e borghi tra cui Civitella in val di Chiana, dove si è recato stamane il Presidente Mattarella, la furia assassina del nazismo e del fascismo ha negato e oltraggiato la sacralità umana, dando seguito all’ideologia di annientamento che era il suo fondamento. Perché nazismo e fascismo non sono opinioni, sono crimini. E sono intrisi e si alimentano della violenza non solo nel naturale esito della guerra, ma sin dall’inizio, sin dalla loro genesi. ‘Il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica, non soltanto alla fine o occasionalmente, un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista’: questo avrebbe voluto dire Antonio Scurati nel suo monologo per il 25 aprile che la Rai ha deciso di cancellare dalla programmazione. Del resto questo è il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, martire del fascismo. E già prima della sua morte erano stati massacrati, per citare solo due vittime, il giovane deputato pugliese Giuseppe Di Vagno nel ’21 ed il sacerdote ravennate don Giovanni Minzoni nel ’23. Morti che sommate alla violenza sistematica dei fascisti dimostrano che non ci fu un fascismo diverso o addirittura migliore di quello nel quale si riconosceva chi porta sulla coscienza il peso di aver collaborato a stragi di civili come quelle compiute in questi luoghi”.

“Ricordare quelle tragedie, simbolo ed esempio degli efferati crimini del nazifascismo, non è un semplice esercizio retorico, ma è un atto civile e politico – ha proseguito Anna Ascani – di straordinaria attualità. E la memoria collettiva nel suo essere autentica militanza, onora il passato e lo rispetta nella sua verità storica. Non sbianchetta, non cancella, non riscrive per interesse o opportunismo. Cosi facendo taglierebbe infatti le radici di un popolo, lo esporrebbe a sbandamenti e rimozioni che ne minano l’identità, svuotando il deposito di sentimenti e valori indispensabile per andare avanti sulla strada tracciata da quanti quelli si patrioti hanno speso la vita per ridarci democrazia, libertà, diritti, giustizia facendo calare il sipario, a costo del proprio sangue, sul ventennio fascista. La Storia non si scrive a maggioranza: ci fu chi stette dalla parte giusta e chi da quella sbagliata, chi voleva libertà e uguaglianza e chi aiutava i nazisti a mandare a morire nelle camere a gas gli ebrei”.

Il sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha citato Piero Calamandrei, le parole di David Sassoli, e ha sottolineato il fatto che “oggi si ritorna ad oscurare uno storico e scrittore come Antonio Scurati nella Tv di Stato (che dovrebbe svolgere un servizio pubblico), impedendo un monologo ispirato alla Festa della Liberazione nel programma Rai ‘Che sarà’ . Il suo contratto – come raccontato dalla conduttrice Serena Bortone – è stato annullato senza spiegazioni plausibili”. Poi il primo cittadino di Stazzema ha parlato del riconoscimento attribuito all’Istituzione Parco nazionale della pace di Sant’Anna: “È stata definita dalla Commissione europea ‘luogo della memoria che commemora le sofferenze subite dalle popolazioni civili durante le guerre’. Tra le motivazioni si legge che ‘il Parco della Pace rappresenta un sito significativo e ben concepito per discutere dei conflitti politici e promuovere i valori europei’. E’ un risultato straordinario che premia lo spirito di questo luogo che ha trasformato il dolore in una costante missione di testimonianza e di diffusione dei valori fondativi dell’Europa, ed eleva il Parco Nazionale della Pace a Parco Europeo della Pace”.

Tuttavia l’affermazione dei valori antifascisti sono ancora oggi necessari per il sindaco Maurizio Verona: “Quella lotta non è finita ed abbiamo bisogno di una nuova Resistenza culturale alle ipotesi di riforma dello Stato in senso autoritario, ad un servizio pubblico che non fa il suo mestiere, al ritorno di ideologie e simboli che meritano di essere messi fuori legge, mentre la legge di iniziativa popolare antifascista resta dimenticata nei cassetti della Commissione Giustizia”.

“Il 25 aprile del 1945 – ha affermato Umberto Mancini, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna – erano passati otto mesi dal massacro del 12/8/1944; questo paese era ancora devastato, la gran parte delle case distrutte ed i corpi delle vittime, che il piccolo cimitero paesano non aveva potuto contenere, erano ancora sepolti nelle fosse comuni, nei campi e sulla Piazza della Chiesa; i superstiti ed i parenti delle vittime, ancora smarriti e sconvolti dalla tragedia, con il cuore straziato dal dolore e gli occhi senza più lacrime cercavano, faticosamente, di continuare a vivere. Le Vittime dell’Eccidio, ora riposano qui, su questo Colle, e qui, di fronte ai loro resti mortali custoditi in questo sacrario dobbiamo tutti inchinarci, con rispetto, deferenza e gratitudine, non dimenticando mai che è stato anche grazie al loro sacrificio che noi abbiamo vissuto e viviamo, in una società libera e democratica”. 

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