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lunedì, Settembre 16, 2024

Il professor Luciani: “Il 2 giugno per Sant’Anna è il giorno del riscatto. La Costituzione ha favorito progressi sociali”

Sono stati i superstiti Adele Pardini e Romano Berretti a deporre una corona di alloro al cippo dedicato ai caduti sulla piazza della chiesa di Sant’Anna di Stazzema. E’ iniziato così, oggi 2 giugno, l’omaggio alla Festa della Repubblica italiana nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema. Insieme a loro c’erano anche Siria Pardini, Lidia Berretti e Mario Marsili, altri tre sopravvissuti alla strage di Sant’Anna, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e il presidente dell’Associazione Martiri Umberto Mancini. Dopo il gesto commemorativo, l’iniziativa si è spostata nella sala Ernesto Balducci del Museo della Resistenza, dove è intervento il professore Massimo Luciani, Accademico dei Lincei, e docente emerito di diritto pubblico alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma.

“Il 2 giugno – ha aperto la sua orazione il professore Luciani – non è un giorno come un altro. E Sant’Anna di Stazzema non è un luogo come un altro. Sant’Anna è il luogo in cui (come a Marzabotto, come a Boves, come alla Risiera di San Sabba, per non ricordare che tre fra i tanti possibili, drammatici, esempi) l’Italia ha conosciuto appieno l’abisso della barbarie. Il 2 giugno è il giorno del suo riscatto”. Il noto costituzionalista italiano nel suo intervento ha ripercorso alcuni passaggi chiave di quei mesi cruciali per l’Italia, dalla votazione per la scelta fra monarchia e repubblica, alle dinamiche politiche che hanno portato alla stesura della Costituzione, spiegando alcuni concetti in essa contenuti, come il ripudio alla guerra o l’avversione nei confronti del fascismo, e la capacità della Carta costituzionale italiana di vedere nel futuro. “Una Costituzione, una Repubblica, che guardano al futuro, dunque – ha concluso il professore Massimo Luciani -. È bene ricordarlo qui, in questo luogo. ‘Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale’, ha detto il Presidente Mattarella nella sua Dichiarazione del 12 agosto 2023. Il Presidente ha così operato una felice saldatura fra la memoria del passato, che non può e non deve cancellarsi, e l’impegno alla costruzione del futuro. E, del resto, lo stesso articolo 1, comma 1, della legge n. 381 del 2000 ha istituito, qui, il Parco nazionale della pace soprattutto ‘per costruire il futuro anche sulle dolorose memorie del passato’. Una comunità politica che non ha memoria, viva e costantemente rinnovata, del proprio passato non ha radici. Ma una comunità politica che non la proietta nel presente e nei giorni a venire non ha futuro”.

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L’Associazione Martiri di Sant’Anna ha invece scelto proprio il giorno della Festa della Repubblica per dare il via alla votazione (prettamente femminile) che permetterà di selezionare uno dei quattro bozzetti realizzati dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara per poi realizzare una statua in memoria del coraggio e del sacrificio delle donne di Sant’Anna di Stazzema. “Le donne sono state purtroppo e loro malgrado – ha detto Umberto Mancini, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna – le protagoniste di quello che è avvenuto a Sant’Anna: 258 i corpi femminili riconosciuti nell’Eccidio del 12 agosto, e tre donne hanno ricevuto per i loro atti di eroismo la medaglia d’oro al merito civile: Genny Bibolotti Marsili, Milena Bernabò e Cesira Pardini. Le donne sono state anche le vere protagoniste della rinascita di Sant’Anna. Per queste ragioni abbiamo ritenuto di doverle omaggiare con una scultura che verrà collocata in piazza Anna Pardini, la vittima più giovane dell’eccidio”.

La giornata di festa si è conclusa con il giornalista Daniele Biacchessi che ha presentato il suo ultimo libro “Eccidi nazifascisti. L’Armadio della Vergogna”. Un testo che ripercorre gli eccidi nazifascisti avvenuti in Italia durante la Seconda guerra mondiale, facendo ricorso al prezioso lavoro del giornalista Franco Giustolisi, colui che coniò il termine “L’Armadio della vergogna”.

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