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venerdì, Novembre 22, 2024

Kartashov, Barabaschi, artisti coreani: le mostre da visitare a Pietrasanta e a Carrara

Riceviamo e pubblichiamo una serie di segnalazioni di mostre d’arte in corso a Pietrasanta e a Carrara.

Inaugurata “Hesoyam” di Vladimir Kartashov

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“Hesoyam” è il titolo della mostra dell’artista russo Vladimir Kartashov, ospitata nella chiesa di Sant’Agostino a Pietrasanta che sarà aperta fino 4 giugno. Sei tele che occupano lo spazio della chiesa creando un dualismo divergente ma di grande impatto artistico, tra i colori forti e simboli contemporanei con le architetture del XIV e XV secolo. Un percorso in una dimensione temporale che fa dialogare il passato con il presente in svolgimento e un futuro ipotetico. In queste grandi opere, anche di sette metri per tre, è poi evidente il riferimento alla pittura monumentale e agli affreschi medievali.

“Hesoyam” deriva da una parola che, nel lessico tecnologico giovanile legato ai videogiochi, indica uno strumento in grado di riportare istantaneamente una situazione nella sua condizione iniziale. La situazione a cui tornare a cui fa riferimento l’artista è senza dubbio quella precedente alla guerra tra Russia e Ucraina la cui tragedia ha sottratto ai giovani come Vladimir Kartashov (Novosibirsk, Russia 1997), una stagione unica della vita costringendoli a scelte terribili. Quello che oggi sta attraversando l’artista a causa della guerra non è solo un dramma personale o nazionale, è anche un dramma familiare. Uno dei suoi fratelli è al fronte e come volontario in Ucraina e una sorella si trova a Mariupol.

La mostra Hesoyam, organizzata da The Project Space e Tg Residency e curata da Alessandro Romanini, è ispirata dal Künstlerroman (romanzo dell’artista) e nelle opere pittoriche esposte dialogano iconografie solo apparentemente distanti come quella della cultura underground tecnologica e quella della mitologia con importanti riferimenti alla cronaca, autobiografici e generazionali. Per Alessandro Romanini: ”Nell’opera di Kartashov sono facilmente riscontrabili queste componenti; l’artista progetta con la precisione di un architetto, il dialogo visivo tra elementi della cronaca, simboli universali (della guerra e di un ipotetico paradiso) a cui sovrappone con un preciso ritmo sintattico i suoi simboli pittorici e una dimensione autobiografica”.

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19. Sabato e domenica anche 10-13. Chiuso il lunedì, ingresso libero. Per informazioni, tel. 3334191734, e-mail: info@theprojectspace.it sito web: www.theprojectspace.it

Prorogata la mostra “Oro Pietra Ruggine”

Resteranno nella sala del San Leone una settimana in più, fino a domenica 4 giugno, le sculture realizzate da Claudio Barabaschi e raccolte nella mostra “Oro Pietra Ruggine”, aperta a Pietrasanta dallo scorso 6 maggio.

Una ventina di opere, realizzate con materiali naturali come legnopietra arenariaferro cromato arrugginito e terracotta che, in una sorta di inno all’astrazione e alla sintesi delle forme, spaziano dalle figure vegetali, animali e umane a richiami tribali e temi musicali. Ma la grande protagonista resta la materia impiegata nel procedimento creativo e lasciata, in alcune parti, volutamente grezza, come un invito a riscoprire la traccia della vita e del tempo nei materiali e nelle superfici delle opere. Barbaraschi, infatti, ha dedicato un’attenzione particolare alla scelta dei componenti di ciascuna delle sue sculture e alla loro fusione, nell’intento di tracciare un percorso dove i visitatori attraversino ambientazioni suddivise per temi e materiali.

La mostra è aperta con ingresso libero da martedì a venerdì (orario 16,30-19,30); sabato e domenica anche la mattina, dalle 10,30 alle 12,30.

A Palazzo Binelli “Sotto il Bianco/Under the White”

La prima mostra dell’anno a Palazzo Binelli a Carrara è subito da tutto esaurito. Oltre 200 persone hanno partecipato all’evento inaugurale di “Sotto il Bianco/Under the White”, il titolo scelto per l’evento promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e dall’Accademia di Belle Arti nelle due sedi espositive.  L’esposizione, costruita dalla curatrice Maria Mancini con una visione interculturale e con una particolare attenzione per la Corea, ha come protagonisti un gran numero di artisti di diverse provenienze ma che nel loro percorso artistico hanno istaurato con il territorio un legame unico e prezioso.

La tradizione dell’arte, l’ispirazione data dal territorio, dominato dal Bianco della montagna che da sempre è parte integrante del vissuto quotidiano, e la necessità di un dialogo con il passato diventano lo stimolo per un linguaggio creativo di pura conoscenza rigenerata e si inserisce nell’ambito di una serie di attività di promozione culturale in considerazione del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche che si terra il prossimo anno tra Corea e Italia.

“Il primo evento espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara è una mostra di grandissimo valore artistico e culturale – sottolinea il presidente Enrico Isoppi -, per il valore degli artisti che espongono e perché l’esposizione rappresenta una sintesi fra culture di tutto il mondo e in particolare fra Carrara e la Corea, con la presenza di artisti coreani che hanno sviluppato qua, sul nostro territorio, la loro conoscenza e la loro arte. Un esempio di rara sintesi internazionale che dimostra l’importanza dell’Accademia di Belle Arti e la capacità di accoglienza e formazione del nostro territorio”.

“La mostra nasce da una visione interculturale che coinvolge un gran numero di artisti italiani e stranieri – precisa la curatrice Maria Mancini – e in particolare è rivolta agli artisti coreani in vista dei 140 anni delle relazioni fra Corea e Italia. Una mostra di rigenerata creatività che si sviluppa su due spazi di eccellenza e raccoglie quelle che sono le dinamiche poetiche dei diversi artisti italiani e stranieri che hanno vissuto a Carrara e nel territorio apuo-versiliese con cui mantengono uno stretto legame”.

“La collaborazione dell’Accademia è evidente nella mostra – prosegue il direttore Luciano Massari – per il passato di studi e presenze di artisti che arrivano dalla Corea e da cui si sono poi intensificati i rapporti internazionali in questi anni. Una mostra che ha anche coinvolto molti artisti del territorio. Una mostra che evidenzia la capacità di lavorazione dei materiali, anche quelli più difficili come il nostro marmo”.

“Il titolo della mostra è già evocativo – conclude l’assessora alla cultura di Carrara, Gea Dazzi -, richiama a livello fisico il bianco delle Apuane ma anche lo spazio d’arte del territorio che ha una valenza internazionale. Qui, oggi, abbiamo sperimentato un movimento culturale di grande livello e Carrara ha bisogno di questo flusso continuo di artisti da tutto il mondo perché Carrara è una città d’arte”.

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