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lunedì, Aprile 29, 2024

Marmettola nel Lago di Isola Santa. Il Parco interviene con gli speleologi per individuare le cause dell’inquinamento

A seguito della denuncia dell’associazione Pesca Sportiva Val D’Arni, il Parco delle Apuane interviene per verificare se e quali cave siano responsabili dell’inquinamento del lago di Isola Santa. La verifica sarà però molto complessa per il fatto che i bacini idrografici che raccolgono l’acqua superficiale della zona sono diversi rispetto a quelli idrogeologici che, posti nel sottosuolo, raccolgono le acque sotterranee. La differenza di superficie e distribuzione dei due bacini rende difficile ricostruire quale sia e da dove provenga l’acqua inquinata che effettivamente alimenta la sorgente Pollaccia.

A monte del Lago, infatti, sono in attività diverse cave. Alcune di queste sono collegate al bacino sotterraneo che sicuramente alimenta la sorgente (per altro su una in particolare, a seguito di denunce e relativi controlli, il Parco intervenne due anni fa con un’ordinanza di sospensione dei lavori anche, tra le altre motivazioni, per una inappropriata gestione delle acque dovuta alla presenza di marmettola che si disperdeva sul piazzale e nei versanti circostanti).

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Tuttavia, nello stesso bacino insistono anche altre cave che non sono collegate al bacino sotterraneo che alimenta la sorgente, ma sono collegate solo in superficie così, quando si verificano periodi di grandi piogge, possono essere ugualmente responsabili dello sverso di marmettola.

Fatta questa premessa, il Parco ha subito avviato l’intervento di verifica, attivando la Federazione Speleologica Toscana (F.S.T.) con cui è in corso da tempo una collaborazione formalizzata con un Protocollo d’Intesa, proprio al fine di tutelare e valorizzare le cavità e forme carsiche delle Alpi Apuane, con particolare riguardo a quelle che si trovano all’interno delle aree in cui è consentito l’esercizio delle attività estrattive.

L’intervento degli speleologi sarà utile per circoscrivere i soggetti indiziati e dare così corso a controlli più stringenti e frequenti, soprattutto in cava, fino all’individuazione dei responsabili del danno ambientale.

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