Fa discutere a Forte dei Marmi il nuovo regolamento introdotto dall’amministrazione comunale per disciplinare le vendite effettuate attraverso le coloratissime “Api boutique” dallo stile vintage. Con le nuove norme, i venditori meno spazi dove fermarsi ed esporre le proprie merci. Infatti, mentre in precedenza non potevano sostare né vendere nella fascia del lungomare e nell’interno di un quadrilatero composto da via Michelangelo, via Trento-via Mascagni e via Giorgini, adesso la zona vietata è stata allargata in modo consistente, arrivando fino alle vicinanze di Roma Imperiale. Non solo: la vecchia area resterà off limits per tutto l’anno a questa tipologia, mentre nella nuova zona (da via Giorgini a via Caio Duilio) il divieto di vendita sarà in vigore tutti i giorni dal 15 giugno al 15 settembre e, per il resto dell’anno, nei giorni di mercoledì, domenica e festivi.
Mentre i titolari di “Api boutique” valutano l’ipotesi di ricorrere contro il regolamento, le associazioni di categoria lo difendono. “Nessuno, soprattutto in questo periodo ancora drammatico tra pandemia e venti di guerra, vuole impedire di lavorare a chi ne ha diritto – afferma Claudio Del Sarto, responsabile di Anva Toscana Nord, il sindacato ambulanti di Confesercenti – . Ma questo non vuol dire chiudere uno occhio o addirittura tutti e due rispetto a norme che vanno rispettate e che, se vengono aggirate, creano una evidente stortura per coloro che invece non possono aggirarle. Abbiamo condiviso il provvedimento in sede di concertazione con l’amministrazione comunale in quanto metteva dei paletti ad una situazione che era sfuggita di mano. Le Api boutique devono sottostare a precisi regolamenti, a cominciare dallo stazionamento, in vigore e che non possono essere aggirati a piacimento. Api che erano diventate veri e proprio banchi con merce esposta anche all’esterno per l’intera mattinata. Tutto questo senza i costi che invece hanno i regolari ambulanti del mercato, a cominciare da suolo pubblico e tassa sui rifiuti”.
Per Del Sarto è davvero “di pessimo gusto che qualcuno, che si definisce collega, affermi che i negozianti e gli ambulanti del Forte hanno abbassato la qualità della merce e che il 90% dei clienti “scappino” dai banchi per rifugiarsi nell’oasi delle apette. Criticano la qualità dei banchi settimanali ma poi vogliono montare a ridosso e nei giorni di mercato. Ma ci rendiamo conto? Per quanto riguarda poi i costi, è impensabile paragonarli con quelli che sostengono gli ambulanti per la loro regolare concessione”.
E così conclude il responsabile Anva Toscana Nord: “Il regolamento sulle apette è chiaro ed è in vigore a prescindere da quanto tempo sia stato introdotto, visto che è stato giustamente voluto per distinguere quel tipo di attività. Il Comune ha solo ampliato, come viene fatto in tante altre realtà in cui il fenomeno è presente allo stesso modo, il divieto di stazionamento rispetto all’area mercatale considerato come le modalità di vendita delle apette erano evidentemente fuori controllo”.