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venerdì, Novembre 22, 2024

Riserva di pesca, tutta l’area diventa “no kill”. Più controlli per combattere bracconaggio e abbandono dei rifiuti

È decisamente positivo il bilancio del primo mese di attività della Riserva Medicea di pesca, intanto l’intero tratto fluviale interessato diviene “no kill”, ovvero con l’obbligo di rilasciare i pesci.

L’idea di creare questa riserva di pesca, grazie alla collaborazione del Comune e della Fondazione Terre Medicee con le associazioni Mosca Club Apuano e Fly Club 90, si è rivelata decisamente positiva e a dirlo sono i numeri: un centinaio i permessi rilasciati in questo primo mese di apertura, maggiore pulizia del tratto fluviale interessato e controlli intensificati per scoraggiare il fenomeno del bracconaggio.

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In vista del primo mese di attività della riserva (il prossimo 11 aprile), il responsabile Gionata Paolicchi spiega le novità che interessano la pesca in questo suggestivo ambiente.

La principale novità sta proprio nell’estensione della modalità “no kill” all’intera asta fluviale della riserva che si snoda per circa tre chilometri, dal Puntone (confluenza del Serra e del Vezza) sino alla località Argentiera. Mentre in un primo momento la zona di cattura (ovvero quella in cui si poteva portare via il pesce) si estendeva dalla località Puntone sino all’area sottostante Palazzo Mediceo, questo tratto diviene adesso “no kill spinning” (una particolare tecnica di pesca) con il rilascio di massimo quattro permessi al giorno.

Inoltre, la zona già no kill sinora riservata alla pesca a mosca e spinning, che va dalla località Argentiera alla “cascatona” (in località bagno Mimù), viene riservata alla pesca no kill solo a mosca, con il rilascio di un massimo di sei permessi al giorno.

Modifiche che vengono adeguatamente comunicate ai frequentatori della riserva e che rafforzano la visione sportiva della pesca, finalizzata ad esercitare le capacità del pescatore più che a riempire i cestini di prede.

“I numerosi permessi già rilasciati – spiega Davide Monaco, direttore della Fondazione Terre Medicee – dimostrano come nel 2023 si stia affermando sempre più la pratica della pesca no kill, come momento di svago, di sport e di rispetto dell’ambiente, assieme alla convinzione che non ha alcun senso uccidere trote in una riserva di pesca”.

In queste settimane si è rafforzato anche il controllo contro i bracconieri che, approfittando del ripopolamento delle acque del fiume Vezza, si sono addentrati di notte nel fiume. Un caso si è verificato proprio qualche sera fa ed è stato scoperto mettendo in fuga i due pescatori di frodo.

“Un fenomeno che intendiamo combattere con decisione a tutela di questa riserva – spiega Gionata Paolicchi – ricordando che i trasgressori incorrono in pesanti sanzioni pecuniarie con una serie di aggravanti, come nel caso la pesca avvenga di notte e le trote siano morte, con tanto di sequestro dell’attrezzatura e di denuncia”.

A questo proposito l’amministrazione comunale sta pensando anche all’installazione di telecamere che potranno scovare i bracconieri ma anche coloro che, incuranti dei divieti e di un minimo di buon senso, continuano a gettare rifiuti nel fiume.

La collaborazione con le associazioni dà ottimi risultati anche in termini di controllo dell’ambiente, infatti proprio qualche giorno fa il guardia pesca volontario Franco Barsanti ha trovato sacchi di spazzatura vicino a Valventosa, provvedendo immediatamente a ripulire l’area.

Altre novità nella gestione della riserva riguardano il nuovo ripopolamento delle trote, previsto a fine mese, e il periodo di chiusura (in calendario il 30 aprile) che viene prorogato almeno sino al 15 maggio e, nel caso il livello delle acque lo permetta, potrebbe slittare persino al 31 maggio.

Intanto la riserva medicea sta diventando sempre più meta di campioni e appassionati, dal dieci volte campione del mondo Roberto Trabucco a Marco Iseppi, campione e CT della nazionale di spinning, sino a Carlo Conti che sabato scorso ha sperimentato la pesca nel Vezza, prendendo diverse trote immediatamente rilasciate. Le foto dei campioni e del celebre conduttore di Rai Uno immortalati vicino al pozzo su cui campeggia la trota in marmo (che ricorda la pesca eccezionale, compiuta nel 1603, dalla Granduchessa Maria Cristina di Lorena) ha impresso un ulteriore slancio a questo simpatico rito scaramantico.

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