Settembre 1943: l’eccidio di Cefalonia. La resistenza negata. Elena Pala docente di storia contemporanea e collaboratrice dell’Università degli Studi di Milano, racconta la storia della divisione Acqui subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando, di stanza nell’isola di Cefalonia nel mar Ionio, rifiutò di cedere le armi ai tedeschi. L’incontro è in programma sabato 23 novembre alle 17 nel Giardino d’Inverno di villa Bertelli a Forte dei Marmi.
A corredo dell’evento, ci sarà la testimonianza di Andrea Pampaloni, nipote del capitano Amos Pampaloni, alpino e capitano della divisione Acqui, che riuscì miracolosamente a sopravvivere alla fucilazione. Andrea Pampaloni ha riportato in un piccolo libro le gesta del nonno, a cui è stata poi conferita la medaglia d’argento al valore e la sua batteria, la prima che fece fuoco contro i nazisti che stavano sbarcando sull’isola, ha ricevuto invece quella d’oro.
La professoressa Pala si addentrerà negli avvenimenti che precedettero e poi degenerarono nel massacro dei soldati italiani da parte dei tedeschi dopo l’annuncio dell’armistizio di Cassibile, quando iniziò una disperata battaglia dall’esito già segnato. Un vero e proprio crimine di guerra, perpetrato dai tedeschi dal 14 al 22 settembre 1943 a Cefalonia e Corfù. Le truppe tedesche, grazie ai rinforzi giunti dall’entroterra e soprattutto grazie all’appoggio aereo, ebbero la meglio sui soldati italiani dopo circa una settimana di combattimenti. Per ordine diretto di Hitler, i tedeschi non facevano prigionieri. Vennero massacrati e finirono nelle fosse comuni circa 5000 uomini. I pochi superstiti furono portati nei campi di prigionia in Germania e in Siberia.
Ingresso libero. Prenotazione: 0584 787251.