La crescente attenzione al digitale, che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia, sta portando ad una riorganizzazione del sistema bancario anche nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa con una diminuzione degli sportelli e dei Bancomat ed un aumento delle operazioni online.
L’aumento dell’utilizzo di forme di pagamento elettroniche, anche a causa di vincoli normativi, ha portato a un incremento dei POS. Se la pandemia aveva compresso molte tipologie di spesa e di investimento portando ad un aumento involontario del risparmio, nel 2022 si assiste ad un rallentamento con le famiglie e le imprese che attingono alle risorse finanziare per coprire l’aumento dei costi causato dall’inflazione ma anche per cercare forme più interessanti di impiego come il residenziale.
Dopo due anni di crescita, il 2022 registra una flessione nei prestiti alle imprese, andando a colpire soprattutto quelle di minori dimensioni e le artigiane che, rispetto alle altre, segnalano un elevato utilizzo dell’accordato. Tra le diverse tipologie di prestiti calano quelli per gli investimenti produttivi mentre, pur in progressivo ridimensionamento, crescono quelli concessi alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione. Le sofferenze bancarie, ancora generalmente su livelli molto bassi, segnalano alcune criticità, soprattutto nelle costruzioni. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’analisi dei dati della Base Dati Statistica della Banca d’Italia effettuata da Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca, presentata questa mattina a Lucca presso la sede della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest.
“Il credito svolge un ruolo chiave nell’attivazione dell’attività economica, nell’innovazione, nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento della qualità della vita per le famiglie – dichiara Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest – ed il suo monitoraggio consente di ottenere informazioni preziose sulle tendenze dei diversi comparti. Se da un lato, infatti, è senz’altro positiva la crescita dei finanziamenti destinati all’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie dall’altro, invece, emergono alcuni elementi che destano una certa preoccupazione. Tra questi si segnalano la riduzione dell’erogato alle piccole imprese, il calo dei prestiti destinati agli investimenti produttivi ma anche la crescita del credito al consumo concesso alle famiglie per mantenere invariato il profilo di spesa. Come Camera di Commercio, continueremo a monitorare queste evoluzioni consapevoli dell’importanza di fornire un quadro aggiornato e completo utile nel processo decisionale dei diversi stakeholder.”
Il credito in provincia di Lucca
Il digitale spinge l’operatività on-line, continua a calare il numero di sportelli
Prosegue nel 2022 la riorganizzazione del sistema bancario in provincia di Lucca con gli sportelli che scendono a quota 168, due in meno rispetto al 2021. Il numero di dipendenti è pari a 1.167 unità. Tra il 2019 e il 2022 sono stati chiusi 20 sportelli, con l’abbandono di 3 comuni della provincia: Montecarlo, Vagli di Sotto e Villa Basilica.
Negli ultimi anni il rapporto tra banche e clientela è mutato rapidamente, con una crescita dei rapporti telematici e a distanza: le famiglie hanno aumentato l’utilizzo dell’Home banking (+1,6% il numero degli utenti nel periodo 2019-2021, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati), mentre per il numero di clienti del Corporate banking si è rilevata una lieve flessione (-0,7% nello stesso periodo), dovuta in parte alla buona diffusione già raggiunta negli anni precedenti.
Il crescente utilizzo di forme di pagamento elettroniche ha sostenuto l’incremento del numero dei POS (Point of sale – terminali di pagamento) aumentati dell’11,5% nel 2021 (ultimo dato disponibile) a quota 34.724. Come riflesso della chiusura degli sportelli bancari è invece diminuito il numero degli sportelli bancomat (ATM), scesi a quota 266.
L’incremento della spesa delle famiglie e la preferenza per gli impieghi alternativi rallentano la crescita del risparmio
Nel corso del 2022 il risparmio complessivo provinciale (famiglie e imprese) ha registrato una crescita del +3,1% rispetto al 2021 arrivando a 19.205 milioni di euro. L’aumento ha interessato i depositi bancari ed il risparmio postale, che hanno raggiunto quota 12.298 milioni di euro (+4,2%; +498 milioni), mentre il valore dei titoli (a custodia o in gestione, cd raccolta indiretta) ha toccato i 6.907 milioni (+1,2%).
I depositi bancari e il risparmio postale delle famiglie (8.497 milioni) nel 2022 sono cresciuti del +5,5%, mentre il valore dei titoli si è attestato a 5.746 milioni (-0,1%). Da metà anno la dinamica risulta però in rallentamento, da un lato per una ritrovata tendenza alla crescita della spesa a seguito della cessazione dei vincoli imposti dalla pandemia e, dall’altro, a seguito dell’aumento dell’inflazione che ha costretto parte delle famiglie ad attingere ai propri risparmi. Inoltre, la caduta dei corsi dei titoli detenuti dalle famiglie e l’attenzione per l’immobiliare può averle spinte a cercare modalità di impiego del risparmio più remunerative.
L’incertezza frena gli investimenti e fa crescere le disponibilità finanziarie delle imprese
Le disponibilità finanziarie delle imprese (3.392 milioni) a Lucca hanno avuto la massima crescita nel biennio 2020-21, grazie anche alla possibilità di ricorrere alle garanzie del Fondo centrale di garanzia per le PMI, per poi mostrare minori aumenti nel 2022, anche se meglio di altre province. Per le imprese più piccole l’incremento è stato del +3,4% e per quelle più grandi (sopra 20 addetti) del +6,6%, con una crescita in progressivo rallentamento ma proseguita anche a inizio 2023. Aggiungendo il valore dei titoli (raccolta indiretta), pari a 442 milioni, le disponibilità del comparto produttivo raggiungono i 3.834 milioni (+5,3% nel 2022). L’aumento delle disponibilità finanziarie delle imprese è legato al rallentamento o talvolta al freno degli investimenti già realizzati in passato.
Calano i prestiti totali in provincia di Lucca
Fino al 2019 il credito complessivo concesso in provincia di Lucca (imprese e famiglie, impieghi vivi[1] al netto delle sofferenze[2]) era aumentato più che nelle altre aree sia grazie alla crescita degli investimenti sia per il buon andamento dell’economia. Dall’inizio della pandemia, pur in un contesto di ampi sostegni all’economia, di condizioni accomodanti da parte delle banche e di tassi di interesse contenuti, i prestiti hanno registrato una flessione che si è attestata al -1,7% (-155 mln), la peggiore della Toscana. Nel 2022, dopo una temporanea ripresa durata fino a maggio, il credito complessivamente concesso alle aziende è tornato a diminuire toccando a fine anno quota 9.168 milioni (-0,5%). A febbraio 2023 i prestiti registrano invece un recupero (+0,5%), pur in un contesto di tassi crescenti e di una maggiore avversione al rischio da parte delle banche a seguito dell’aumento dei prestiti in sofferenza.
Cresce il credito concesso alle famiglie, soprattutto per l’acquisto di abitazioni
Le famiglie lucchesi hanno accresciuto l’indebitamento bancario nell’ultimo triennio (+10,6% tra il 2019 ed il 2021 arrivando a 4.084 milioni), specie nel 2022 quando la crescita si è portata al +4,4%, soprattutto per finanziare l’acquisto di abitazioni (2.790 milioni a fine 2022; +7,7%) a sua volta riconducibile al ritrovato appeal del mercato residenziale. Il ricorso al credito al consumo (1.148 milioni), cresciuto nell’ultimo anno del 5,3%, sembra invece destinato a stabilizzare i livelli di consumo a seguito dell’aumento dell’inflazione mentre l’acquisto di “beni durevoli a medio e lungo termine” risulta assai contenuto (382 mln) in lieve espansione (+2,7%).
Cala il credito concesso alle imprese, soprattutto le piccole e le artigiane. Tutti i settori con il segno meno
Quanto al sistema produttivo, per le imprese più piccole (con meno di 20 addetti) della provincia di Lucca, ampiamente supportate da sostegni e moratorie durante la pandemia, il 2022 è risultato decisamente negativo arrivando a segnare una flessione del 7,3% degli impieghi vivi (arrivati a quota 942 milioni), che prosegue anche a febbraio 2023. Per questa tipologia di impresa segnali di tensione emergono analizzando l’utilizzo delle linee di credito che è stato molto intenso (al 93,1% a fine 2022) ed anche gli sconfinamenti[3] hanno toccato il 2,1%: tra i valori più elevati in regione. Anche per le imprese artigiane, dopo un biennio di crescita, la flessione del credito è stata consistente (-7,1% gli impieghi vivi pari a 235 milioni) comunque in linea rispetto alla media toscana.
I prestiti alle imprese più grandi (sopra i 20 addetti), in calo nel biennio 2020-21, hanno registrato una temporanea ripresa fino a maggio 2022 per poi tornare a flettere fino a dicembre per arrivare ad un -3,2% nell’anno (3.811 milioni) con una diminuzione che è proseguita fin a febbraio 2023 anche se con minore intensità (-0,6% su 12 mesi). I prestiti alle grandi aziende sono diminuiti del 12,6% (-548 mln) nel triennio 2019-22: il peggior dato in regione.
Il manifatturiero presenta a Lucca un calo dei prestiti del -2,4% nel 2022 (-17% nel triennio 2019-2022), ma in ripresa del +2,8% a febbraio 2023, con un utilizzo dei fidi accordati, in diminuzione, che si ferma al 60,9%. Per i servizi la flessione del credito 2022 è arrivata al -5,1% (-7,2% nel triennio), ed è proseguita anche a inizio 2023 (-3,7% a febbraio), con un utilizzo delle linee credito sceso al 77,9% a fine 2022. I finanziamenti alle costruzioni (310 milioni), in ripresa negli ultimi anni (+1,5% nel triennio), sono tornati a flettere nel 2022 più che in altre province (-4,5%), in seguito all’aumento delle incertezze in merito ai bonus e all’aumento delle sofferenze che hanno innalzato il livello di attenzione sul comparto. La discesa del credito all’edilizia prosegue anche nel 2023 (-2,9% a febbraio).
Calano i finanziamenti a medio-lungo termine
Lo stock dei finanziamenti a medio e lungo termine concesso in provincia di Lucca, in aumento negli ultimi anni, è sceso a quota 8.254 milioni a fine 2022 segnando un calo del -1,4%: tra i peggiori in Toscana. Il flusso delle erogazioni avvenute nel 2022 registra anch’esso una flessione che si assesta al -5,4%.
In particolare, il credito a medio lungo termine concesso alle imprese lucchesi (4.317 milioni, seconde in regione dietro Firenze) si è ridotto dell’8% nel 2022, con le erogazioni che hanno perso il 5,7% nell’anno. I finanziamenti oltre il breve termine per gli investimenti “finanziari e altri” (acquisto di beni mobili e immobili, partite di giro, ecc.) dopo un aumento del 15,6% tra il 2019 ed la metà del 2022, si sono stabilizzati a quota 7.226 milioni nel 2022 (-0,3%). Per contro gli investimenti “non finanziari” (ossia in costruzioni, fabbricazione macchinari, attrezzature, impianti, mezzi di trasporto, ecc.) hanno perso il -31,9% in tre anni (2019-2022) con un 2022 che registra un -8,5% (1.028 milioni a fine 2022).
Migliora la qualità del credito ma resta alta l’attenzione per le costruzioni
La solvibilità del sistema economico lucchese resta buona anche se nel secondo semestre del 2022, a causa del rallentamento della congiuntura, dell’aumento dei tassi e del conseguente innalzamento del livello di rischio legato anche ai finanziamenti ex moratoria, crescono le insolvenze, con possibili riflessi anche per il 2023.
Il tasso di deterioramento – che esprime la quota di prestiti che ha registrato un peggioramento della qualità rispetto al totale – seppur in crescita a fine 2022 si attesta al 0,922% (era 0,745% a fine 2021): tra i livelli più bassi in regione. A fine 2022 le sofferenze, nel loro complesso, sono infatti scese a 139 milioni (-46,4%) per effetto delle svalutazioni e di rilevanti cessioni da parte delle aziende di credito a soggetti specializzati.
La qualità del complesso dei finanziamenti concessi alle piccole imprese è migliorata (1,512% il deterioramento contro l’1,958% di fine 2021), mentre è in peggioramento per le imprese più grandi attestandosi all’1,157% (contro lo 0,464% del 2021). A livello settoriale l’indicatore risulta molto elevato per le costruzioni, dove balza al 7,3% in chiusura d’anno, mentre risulta più contenuto per le attività manifatturiere (0,7%, in lieve aumento) e per i servizi (0,8%, stabile). Per le famiglie la qualità del credito è invece stazionaria e, a fine 2022, il tasso di deterioramento si ferma allo 0,496%: tra i migliori della regione.
Principali variabili creditizie al 31/12/2022 – Provincia di Lucca | ||
Val. assoluti in milioni di euro | Var. % 2022 | |
Sportelli (numero) | 168 | -1,2 |
Depositi (banche e bancoposta) | 12.298 | 4,2 |
Raccolta indiretta | 6.907 | 1,2 |
Impieghi vivi | 9.168 | -0,5 |
Famiglie | 4.084 | 4,4 |
Piccole imprese | 942 | -7,3 |
Imprese > 20 addetti | 3.811 | -3,2 |
Medio-lungo termine | 8.254 | -1,4 |
Credito al consumo | 1.148 | 5,3 |
Sofferenze | 139 | -46,4 |
Tasso di deterioramento (%) | 0,922 | – |
Fonte: Base Dati Statistica della Banca d’Italia
Il credito in provincia di Massa-Carrara
Stabile il numero degli sportelli bancari. Cresce l’operatività online
A fine 2022 gli sportelli bancari operativi nella provincia di Massa-Carrara sono 76, uno in meno rispetto al 2021 per un totale di 510 dipendenti. Dal massimo toccato nel 2011, 114 sportelli sul territorio, è stato chiuso un terzo delle filiali (-38 unità), soprattutto sulla Costa apuana mentre in Lunigiana sono stati chiusi 12 sportelli. Considerato che nessun comune è stato abbandonato, e tenuto conto anche degli sportelli di Bancoposta, la provincia appare ancora servita in modo sufficiente.
Negli ultimi anni, in provincia di Massa-Carrara, il rapporto banche-clientela è mutato, con una crescita dei rapporti telematici e a distanza: le famiglie hanno infatti aumentato l’utilizzo dell’Home banking (+5,3% il numero rapporti nel periodo 2019-2021, ultimo anno disponibile), mentre l’utilizzo del Corporate banking da parte delle imprese (in termini di contratti attivati) è salito, nello stesso periodo, del +2,8%.
Il crescente utilizzo di forme di pagamento elettroniche ha sostenuto l’incremento del numero dei POS (Point of sale – terminali di pagamento), aumentati del 20,3% nel 2021 (ultimo dato disponibile) a quota 13.516. È invece diminuito, in linea con il ridimensionamento degli sportelli, il numero dei bancomat (ATM), scesi a quota 119.
Lieve diminuzione del risparmio nel 2022. Arretrano i depositi delle famiglie
Nel 2022 il risparmio complessivo di imprese e famiglie della provincia di Massa-Carrara ha registrato una lieve flessione (-1,2% scendendo a 7.328 milioni di euro). Mentre i depositi bancari e il risparmio postale hanno segnato una moderata crescita (+0,6%, +28 milioni) raggiungendo i 4.868 milioni di euro a fine anno, il valore dei titoli a custodia o in gestione (la cosiddetta raccolta indiretta) ha registrato una flessione del -4,5% fermandosi a 2.460 milioni.
Il risparmio complessivo delle famiglie apuane (5.248 milioni a fine 2022) è cresciuto nel triennio 2019-22 del +8,6% (+418 mln). L’aumento, almeno in una fase iniziale, è riconducibile alla compressione della spesa avvenuta durante la pandemia. Infatti, l’incremento ha interessato soprattutto i depositi bancari (3.420 milioni, +10,4% nel triennio) ma in progressivo rallentamento fino a passare in negativo a febbraio 2023 (-0,1%) per mantenere stabili i profili di consumo ma anche per cercare forme più remunerative di investimento ovvero per acquistare immobili residenziali. La raccolta indiretta (titoli e gestioni: 1.757 mln) è aumentata fino alla metà del 2021 per poi mostrare un deciso rallentamento e chiudere il 2022 in diminuzione del -4,4% a seguito del calo delle quotazioni dei titoli ma anche per un’accresciuta preferenza per la liquidità.
La frenata degli investimenti fa crescere le disponibilità delle imprese
I depositi delle imprese apuane, aggiungendo anche il Bancoposta, sono pari a 1.253 milioni, in aumento del +0,6% nel 2022, dopo la forte crescita del 2020-21 grazie anche alla possibilità di ricorrere alle garanzie del Fondo centrale di garanzia per le PMI. Aggiungendo il valore dei titoli, in forte aumento da inizio 2021, le disponibilità finanziarie delle imprese apuane salgono a complessivi 1.675 milioni.
L’aumento delle disponibilità finanziarie delle imprese è legato al rallentamento o talvolta al freno agli investimenti. La ripresa dell’attività produttiva post-covid ha infatti beneficiato della capacità produttiva già installata (investimenti) nel passato e in parte sottoutilizzata nel corso della pandemia.
Analizzando le diverse tipologie di impresa, le disponibilità delle piccole imprese sono cresciute nel 2022 del 4,9%, ma l’inizio del 2023 presenta una flessione (-4,3% a febbraio). I depositi delle imprese più grandi sono invece passati in area negativa già dalla metà del 2022 e risultano ancora in diminuzione a febbraio 2023 (-3,2%).
Prosegue la crescita dei prestiti grazie ai finanziamenti alle famiglie, soprattutto per l’acquisto di abitazioni
I prestiti complessivamente concessi in provincia di Massa-Carrara (al netto delle sofferenze[4]) nel triennio 2019-22 hanno presentato un andamento crescente, con un massimo a metà 2021, in un contesto di sostegni all’economia, di disponibilità delle banche e di tassi di interesse contenuti, facendo segnare un +13% (+422 milioni). Nel 2022 i prestiti totali sono saliti a 3.668 milioni (+1,9%, sopra la media toscana e italiana), con finanziamenti a medio lungo termine pari a 3.215 mln. Tuttavia, a febbraio 2023 in un contesto di tassi crescenti e di una maggiore attenzione al rischio da parte delle banche, si è registrato un loro ripiegamento (-1,3%).
Le famiglie, tradizionalmente attente nel ricorso all’indebitamento, hanno aumentato i prestiti richiesti al sistema bancario dell’8,1% dal 2019 al 2022, con una crescita del +3,1% nel solo 2022 arrivando a quota 1.709 milioni. I finanziamenti ottenuti sono stati utilizzati principalmente per l’acquisto di abitazioni (lo stock arriva a 1.083 milioni a fine 2022; +4,4%), con erogazioni che però, a causa dell’aumento dei tassi, sono risultate in flessione nel complesso del 2022 (-14,5% i flussi, sotto la media toscana e italiana).
Il credito al consumo è cresciuto del 4,8% nell’ultimo anno arrivando a quota 633 milioni a fine 2022. Le richieste sembrano destinate a fronteggiare le spese correnti delle famiglie messe in difficoltà dall’aumento dell’inflazione. La quota di finanziamenti destinata all’acquisto di “beni durevoli a medio e lungo termine” cresce infatti di appena il 2% nell’anno, arrivando a quota 197 milioni.
Nel 2022 in calo i finanziamenti alle piccole imprese e alle artigiane. Crescono manifattura e soprattutto servizi, flettono le costruzioni
Dopo la crescita del 2020 e la tenuta nel 2021, grazie al supporto dei sostegni e dalle moratorie posti in essere dal Governo, il credito concessoalle piccole imprese di Massa-Carrara (con meno di 20 addetti) ha presentato una diminuzione del 7,7% nel 2022 (arrivando a 358 milioni) che è proseguita a febbraio 2023 (-9,4%). Per questa categoria, l’utilizzo delle linee di credito è stato più intenso (al 94,2% nel 2022) e gli sconfinamenti[5] sono arrivati al 2,2%: tra i valori più elevati tra tutte le province della Toscana. Anche le imprese artigiane presentano una lenta flessione nel credito bancario: gli impieghi vivi[6] (102 milioni, al netto delle sofferenze), dopo un aumento verificatosi tra il marzo 2020 e la fine del 2021, nell’ultimo anno sono diminuiti dell’11,3%: il peggior dato della regione. La tenuta del credito concesso è dovuta principalmente alle aziende di maggiori dimensioni (sopra 20 addetti). Nel periodo 2019-22 i prestiti a tali aziende della provincia di Massa-Carrara sono cresciuti del 29,4% (+303 mln). Considerando l’evoluzione temporale questa tipologia ha registrato un rilevante aumento dei prestiti dal 2020 fino al maggio 2022, per poi rallentare leggermente e chiudere l’anno con un +4,6% (quota 1.336 milioni). A febbraio 2023 si registra però una flessione del 4,2% sui 12 mesi. Tra i settori della provincia apuana, il manifatturiero ha registrato una crescita marcatamente positiva tra il 2019 e il 2022, mentre nel 2022 gli aumenti sono stati più contenuti sino a chiudere l’anno con un +4,9% (568 milioni) e con un buon utilizzo dei fidi (74,6% dell’accordato). Peraltro, a febbraio 2023, il settore è passato in negativo segnando un -12,4%. Quanto ai servizi i prestiti sono aumentati fino ad aprile 2021 per poi ridurre sempre più l’aumento e chiudere il 2022 con un modesto +1,5% (946 milioni) e segnare un +0,4% a febbraio 2023. Tra il 2019 ed il 2022 il comparto ha segnato una crescita del +15,2%: il più elevato in regione. Anche l’utilizzo delle linee di credito è cresciuto nei servizi arrivando al 77,4% a fine 2022. All’emergere delle prime difficoltà, si pensi alla questione dei bonus e della cessione dei crediti a questi collegati, le banche sono tornate a considerare rischioso il settore edile riducendo il credito loro concesso. Il credito erogato alle costruzioni, in ripresa fino ad aprile 2021 (ancorché diminuito dell’1,1% nel triennio 2019-2022), è tornato in negativo nel 2022 (-6,4%, 147 milioni) più che in altre province. A febbraio 2023 la discesa dell’edilizia risulta ancor più marcata (-12,1%).
In calo i finanziamenti per gli investimenti produttivi
I prestiti a medio e lungo termine concessi in provincia di Massa-Carrara, in crescita a partire dalla seconda metà del 2020, hanno mostrato un rallentamento nella seconda parte del 2022, che si è chiuso a 3.215 milioni con un aumento dello stock del +0,7% ma una flessione del flusso di credito erogato nell’anno del -8,5%. I prestiti a medio lungo termine delle imprese, cresciuti a partire dal 2020, a fine 2022 ammontano a 1.500 milioni, in calo del -3,4% nei dodici mesi. Con riferimento alla destinazione, i finanziamenti oltre il breve termine per “finanziari e altri” (acquisto di beni mobili e immobili, partite di giro, ecc.) hanno raggiunto i 2.839 milioni nel 2022 (+1,0%), con un aumento che negli ultimi tre anni è stato del +19,6%. I prestiti per investimenti “non finanziari” (ossia in costruzioni, fabbricazione macchinari, attrezzature, impianti, mezzi di trasporto, ecc.) si contraggono invece sia nel 2022 (-1,6%, a 376 milioni) che negli ultimi tre anni (-9,1% tra il 2019 ed il 2022).
Migliora la qualità del credito, ma restano le criticità per le imprese meno strutturate
Nel 2022 è proseguita la diminuzione delle sofferenze in provincia di Massa-Carrara, scese a 63 milioni (-20,3%) a fine 2022 per effetto di rilevanti svalutazioni e cessioni di partite deteriorate da parte delle aziende di credito. Il tasso di deterioramento, che esprime gli impieghi passati a default nel periodo rispetto a quelli iniziali, nel corso degli ultimi tre anni si è mantenuto su livelli superiori alla media nazionale e regionale, nel 2022 ha registrato un progressivo miglioramento (1,078% contro l’1,828% del 2021) collocandosi al di sotto la media toscana.
La qualità del complesso degli affidamenti alle piccole imprese presenta criticità, con un tasso di decadimento al 2,856% a fine 2022 (era il 2,363% a fine 2021), mentre per le imprese più grandi gli indicatori sono stati relativamente elevati sino al 2021 (2,737%) per poi scendere a 1,185% a fine 2022, sotto la media toscana e nazionale. Tale andamento è imputabile principalmente al manifatturiero che ha registrato punte elevate nel corso del 2022 per poi scendere a fine anno a quota 1,9%. Analogo andamento si rileva per i servizi, con tassi elevati nel corso dell’anno ma in miglioramento a fine anno (1,3%). Pressoché stazionario l’indice delle costruzioni, notevolmente migliorato a fine anno (0,5%) era l’1,7% alla fine del 2021. Per le famiglie la qualità del credito nel 2022 è migliorata, malgrado una ripresa delle difficoltà a fine anno che lo ha portato l’indice allo 0,591% (era comunque a quota 0,807% a fine 2021).
Principali variabili creditizie al 31/12/2022 – Provincia di Massa-Carrara | ||
Val. assoluti in milioni di euro | Var. % 2022 | |
Sportelli (numero) | 76 | -1,3 |
Depositi (banche e bancoposta) | 4.868 | 0,6 |
Raccolta indiretta | 2.460 | -4,5 |
Impieghi vivi | 3.668 | 1,9 |
Famiglie | 1.709 | 3,1 |
Piccole imprese | 358 | -7,7 |
Imprese > 20 addetti | 1.336 | 4,6 |
Medio-lungo termine | 3.215 | 0,7 |
Credito al consumo | 633 | 4,8 |
Sofferenze | 63 | -20,3 |
Tasso di deterioramento (%) | 1,078 | – |
Fonte: Base Dati Statistica della Banca d’Italia
Il credito in provincia di Pisa
Prosegue la riorganizzazione del sistema bancario. La digitalizzazione spinge l’operatività online
Nel 2022 il sistema bancario pisano prosegue la riorganizzazione territoriale con la chiusura di otto sportelli il cui numero scende a quota 206 per un totale di 1.610 dipendenti. Si tratta di un processo in atto da tempo e che tra il 2019 e il 2022 ha visto la cessazione dell’operatività di 32 filiali, con l’abbandono del comune di Lari.
Il rapporto tra banca e clientela è mutato rapidamente negli ultimi anni, con una crescita dei rapporti telematici e a distanza che ha trovato un ulteriore spinta durante la pandemia. Tra il 2019 ed il 2021 (ultimo anno per il quale sono disponibili dati) è aumentato l’utilizzo dell’Home banking da parte delle famiglie (+5,6% i clienti nel periodo 2019-21), nonché il Corporate banking (clientela business) che è cresciuta, nello stesso periodo, del 3,3%.
Il crescente utilizzo di forme di pagamento elettroniche ha sostenuto l’incremento del numero dei POS (Point of sale – terminali di pagamento), aumentati dell’8,3% nel 2021 (ultimo dato disponibile) a quota 31.054. Il numero degli sportelli bancomat (ATM), scende invece a quota 292 come riflesso della chiusura degli sportelli bancari.
Rallenta la crescita dei depositi. Ancora in positivo la raccolta indiretta
In provincia di Pisa il risparmio complessivo è cresciuto del +0,5% nel 2022 portandosi a 17.908 milioni di euro. Il risultato è frutto della contrazione dei depositi bancari e il risparmio postale, (-0,4% collocandosi a 11.551 milioni), mentre il valore dei titoli detenuti (a custodia o in gestione, la cosiddetta raccolta indiretta), pari a 6.357 milioni è cresciuto del 2,4%.
Nel periodo 2019-22, a fronte di un aumento involontario del risparmio legato delle minori “opportunità” di spesa disponibili durante la pandemia, i risparmi delle famiglie pisane (13.643 milioni a fine 2022) sono cresciuti del 12,2%. Con la fine delle restrizioni e l’aumento dell’inflazione, nel 2022 si è invece registrato un progressivo rallentamento del ritmo di crescita dei depositi (+1,8% nel 2022). La crescita ha interessato soprattutto i depositi bancari (8.160 milioni) cresciuti dell’11,4% nel triennio 2019-2022. Nel 2022, in un contesto di crescente incertezza circa l’andamento congiunturale e con una liquidità ancora abbondante, la dinamica dei depositi ha rallentato fino ad annullarsi a fine anno e passare in area negativa a febbraio 2023 (-1,5%). La raccolta indiretta (titoli in custodia e gestioni) delle famiglie è aumentata fino a fine 2021 (+6%) per poi mostrare un deciso rallentamento (+2,8%, 5.286 mln) pur rimanendo in terreno positivo.
Il freno degli investimenti fa crescere le disponibilità finanziarie delle imprese
Il rallentamento o talvolta il freno degli investimenti accresce le disponibilità finanziarie delle aziende pisane. I depositi delle imprese pisane (2.782 milioni, tra bancari e postali) hanno avuto la massima crescita nel biennio 2019-21 (+22,7%) grazie anche alla possibilità di ricorrere alle garanzie offerte dal Governo, registrando una flessione del 3,4% nel 2022. Per le imprese più piccole l’incremento è stato del +6,4% nel 2022 e resta positivo anche a febbraio 2023 (+3,4%, meglio della media regionale). Per le imprese più grandi (oltre 20 addetti), invece, il 2022 evidenzia come i depositi siano diminuiti del 5,5%, una flessione che prosegue anche a febbraio 2023 (-4,1%). Aggiungendo la raccolta indiretta (titoli e gestioni) la disponibilità delle imprese raggiunge nel 2022 i 3.175 milioni ma rimane in negativo del -1,8%.
Aumentano i prestiti, soprattutto i mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie
Se fino al 2019 i prestiti concessi in provincia di Pisa (al netto delle sofferenze) erano progressivamente diminuiti, dall’inizio della pandemia si è invece registrato un loro moderato aumento (+4,7%, +446 milioni nel periodo 2019-22) grazie ad un contesto fatto di sostegni e garanzie all’economia, di tassi di interesse contenuti e di ampia disponibilità da parte del sistema bancario. Nel 2022 il credito complessivamente concesso è ulteriormente cresciuto a 9.901 milioni (+1,1% su 12 mesi), un aumento che è proseguito fino a febbraio 2023 (+2,7%), nonostante le condizioni siano cambiate sia in termini di costo del denaro (in aumento) che di -maggiore- attenzione al rischio da parte delle banche.
Tra il 2019 ed il 2022 il credito concesso alle famiglie è aumentato del 9,9% portandosi a quota 4.992 milioni. Nell’ultimo anno la crescita ha rallentato attestandosi ad un +3,8% nel 2022 e ad un +0,3% a febbraio 2023. Le famiglie hanno utilizzato i finanziamenti accordati soprattutto per l’acquisto di abitazioni (3.307 milioni lo stock di prestiti a fine 2022, +5,8%), con le erogazioni (vale a dire i flussi) che segnano però un rallentamento nel 2022 (-10,5%, 496 milioni) dopo la forte crescita del 2021. Il ricorso al credito al consumo (1.290 milioni), cresciuto del 6,7% nel 2022, sembra destinato soprattutto a fronteggiare l’aumento delle spese a seguito del forte aumento dei prezzi. La parte destinata all’acquisto di “beni durevoli a medio e lungo termine”, pari a 428 mln a fine 2022, cresce infatti di un più contenuto 3,8%, presentando, inoltre, un forte rallentamento delle erogazioni (-22,6% i flussi di nuovi prestiti nel 2022) probabilmente riconducibile all’aumento dei tassi ai quali è possibile finanziarsi.
In calo i prestiti alle imprese più piccole, stabili quelli alle grandi. Flessione per manifatturiero e servizi, segno più per l’edilizia
Nel biennio 2020-21 il credito alle piccole imprese (quelle con meno di 20 addetti) è stato supportato dai sostegni e dalle moratorie. Nel 2022 si è invece registrata una diminuzione del -4,9% (936 milioni) che è proseguita a febbraio 2023 (-5,6%). L’utilizzo delle linee di credito da parte delle piccole imprese è stato molto intenso (il 92,2% dell’accordato nel 2022) e gli sconfinamenti[7], ovvero l’utilizzo di credito in eccesso rispetto a quanto concesso dalla banca, sono stati l’1,8%. In particolare, per le imprese artigiane, i prestiti vivi[8] a fine 2022 sono diminuiti del 7,4% attestandosi a quota 277 milioni al netto delle sofferenze (12 milioni): il dato è in linea con la media toscana.
I prestiti alle imprese più grandi (sopra i 20 addetti), dopo una fase di crescita registrata fino a metà 2021, hanno iniziato ad indebolirsi fino a dicembre 2022 (+0,1% nell’anno, 3.353 milioni) per poi riprendersi a febbraio 2023 (+1,2%). Da segnalare come i prestiti di questo gruppo siano cresciuti del 6,2% nel triennio 2019-22, in linea con la media toscana e italiana.
L’andamento del sistema produttivo è collegato alla flessione del manifatturiero che dopo esser cresciuto fino a metà 2021, ha presentato andamenti deboli o negativi chiudendo il 2022 con un -0,2% (1.686 milioni). Peraltro, per il settore, si rileva una ripresa all’inizio del 2023 (+3,7% a febbraio). Il manifatturiero presenta tuttavia un basso utilizzo dei fidi accordati (solo il 54,3% nel 2022), segnalando come non sia in atto una restrizione del credito ma, piuttosto, siano le imprese a chiederne una quantità limitata. Anche per i servizi i prestiti sono aumentati fino al 2021 per poi scendere in zona negativa, registrando un -2,6% a fine 2022 (1.975 milioni), peggio della media toscana, e perdendo un ulteriore 5% a febbraio 2023. Da segnalare, nel periodo 2019-22, come i prestiti al terziario siano cresciuti del 7,4% (+135 mln). I finanziamenti alle costruzioni, che avevano raggiunto elevati livelli prima della pandemia, hanno mostrato una flessione costante in tutto il periodo riprendendosi solo a fine 2022 (+1,1%) per crescere anche a febbraio 2023 (+4,5%). Tuttavia, nei tre anni, sono complessivamente diminuiti del 20,4% (-113 milioni).
Diminuiscono i finanziamenti per gli investimenti produttivi
Lo stock di prestiti a medio e lungo termine, cresciuto nel 2020-21, ha segnato nel 2022 una diminuzione del -0,2% scendendo a quota 8.578 milioni. Anche le erogazioni, dopo la crescita del 2021, hanno presentato una flessione raggiungendo 2.160 milioni di euro nel 2022.
In particolare, il credito a medio lungo termine concesso alle imprese pisane (3.980 milioni) si è ridotto del 6,5% nel 2022. I finanziamenti oltre il breve termine delle imprese per investimenti “finanziari e altri” (acquisto di beni mobili e immobili, partite di giro, ecc.) hanno raggiunto i 7.703 milioni nel 2022 (+0,8%), con un aumento (+15,6%) negli ultimi tre anni. I prestiti concessi per investimenti “non finanziari” (ossia in costruzioni, fabbricazione macchinari, attrezzature, impianti, mezzi di trasporto, ecc.), pari a 875 milioni a fine 2022, presentano invece una forte flessione sia nel 2022 (-7,7%) che nel triennio 2019-2022 (-21,9%).
La qualità del credito migliora solo per le famiglie, le costruzioni in difficoltà
Prosegue nel 2022 la “pulizia” dei bilanci da parte delle banche. Le sofferenze[9], infatti, sono scese a 181 milioni a fine 2022 (-40,1%) per effetto di rilevanti svalutazioni e cessioni da parte delle aziende di credito. Il tasso di deterioramento, che esprime la quota di prestiti che in un dato periodo ha registrato un peggioramento della qualità (aumento delle insolvenze) rispetto al totale dei prestiti, a fine 2022 scende all’1,410% (era l’1,458% a fine 2021): un valore comunque al di sopra della media regionale (1,280%).
Negli ultimi tre anni la qualità dei finanziamenti è stata particolarmente negativa per le piccole imprese, con valori sopra il 3% sino a fine 2021, poi migliorati nel 2022 (2,01% a fine anno) sebbene sopra la media regionale e nazionale. Per le imprese più grandi il tasso di deterioramento è salito al 2,323% a fine 2022, a comprova delle difficoltà del sistema produttivo pisano. L’indice peggiora nel manifatturiero (1,2% in crescita dallo 0,8% a giugno 2022) ma soprattutto nelle costruzioni (dove arriva al 5,1% dall’1,8% di fine 2021) e nei servizi (2,5% era 1,9% a fine 2021).
Per le famiglie la qualità del credito è migliorata nel 2022, con il tasso di deterioramento sceso allo 0,474% (era lo 0,970% nel 2021): tra i migliori in toscana.
Principali variabili creditizie al 31/12/2022 – Provincia di Pisa | ||
Val. assoluti in milioni di euro | Var. % 2022 | |
Sportelli (numero) | 206 | -3,7 |
Depositi (banche e bancoposta) | 11.551 | -0,4 |
Raccolta indiretta | 6.357 | 2,0 |
Impieghi vivi | 9.901 | 1,1 |
Famiglie | 4.992 | 3,8 |
Piccole imprese | 936 | -4,9 |
Imprese > 20 addetti | 3.353 | 0,1 |
Medio-lungo termine | 8.578 | -0,2 |
Credito al consumo | 1.290 | 6,7 |
Sofferenze | 181 | -40,1 |
Tasso di deterioramento (%) | 1,41 | – |
Fonte: Base Dati Statistica della Banca d’Italia
[1] Si tratta di prestiti impieghi al netto delle sofferenze.
[2] Le sofferenze comprendono la totalità dei rapporti in essere con soggetti in stato d’insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
[3] Quota del credito utilizzato rispetto a quello accordato.
[4] Le sofferenze comprendono la totalità dei rapporti in essere con soggetti in stato d’insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
[5] Quota del credito utilizzato rispetto a quello accordato.
[6] Si tratta di prestiti impieghi al netto delle sofferenze.
[7] Quota del credito utilizzato rispetto a quello accordato.
[8] Si tratta di prestiti impieghi al netto delle sofferenze.
[9] Le sofferenze comprendono la totalità dei rapporti in essere con soggetti in stato d’insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.