L’Italia è nella top ten dei 10 paesi al mondo con la più grande quantità di cantieri navali e imprese refit; secondi soltanto agli Usa e davanti a paesi quali Turchia, Spagna e Francia. Sono alcuni dei dati presentati dal giornalista Martin H. Redmayne di The Superyacht Group, media partner internazionale, al The Superyacht Forum Live (Captains Edition), consueto approfondimento sullo stato del mercato inserito nel programma di Yare (Yachting Aftersales&Refit Experience) organizzato a Viareggio e in Versilia da Navigo,centro di innovazione e sviluppo della nautica.
Nell’intervento di apertura dei lavori, Vincenzo Poerio, presidente di YARE, ha sottolineato i risultati del comparto industriale della nautica comunicati,nei giorni scorsi, da Confindustria Nautica che raccontano di un fatturato attestatosi lo scorso anno sui quasi 6 miliardi ed un export intorno ai 3 miliardi di euro; il massimo storico mai raggiunto.
“È certamente un momento d’oro che ci deve spingere anche a ragionare sul futuro per non perdere le sfide lanciate dalla transizione ecologica e dal cambiamento. – ha spiegato Vincenzo Poerio -. Yare è uno spazio dove queste tematiche trovano spazio grazie alla presenza di importanti aziende del Mediterraneo e del Nord Europa, di soggetti che operano a livello globale nel segmento superyacht che si interrogano sul miglioramento dei loro prodotti e servizi immessi sul mercato. Non a caso, da alcuni anni, il Passerelle Pitch offre l’opportunità a progetti innovativi di avere visibilità e riscontri. Lo stesso vale per il Rina Awards dedicati ai comandanti e alle loro competenze. Visione, strategia, formazione, confronto, networking sono chiavi per affrontare le sfide del futuro nel nostro settore”.
Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, di strettissima attualità, e le sue possibili ricadute sul settore è un argomento che è stato affrontato nel corso del forum. Secondo stime di NAVIGO, la percentuale di acquirenti russi di superyacht si attesta intorno al 19% sul totale: un dato che non dovrebbe avere ripercussioni negative sull’intero comparto. Secondo Pietro Angelini, direttore generale di Navigo “è necessario valutare che gli ordini per yacht superiori a 40 mt e 60 mt. prevedono tempi di costruzione, prima di arrivare alla consegna all’armatore, di circa due anni. Gli effetti sul mercato potrebbero essere leggeri o più pesanti da ammortizzare, a seconda della durata della guerra che, non per motivi legati a questo, ci auguriamo posso finire prima possibile”.
Infine i dati consueti sulla flotta mondiale di yacht con le previsioni per il decennio 2020/2030: nella fascia più consistente, tra 30 – 45m, tra il 2011e il 2020sono 1.123 con una previsione di 1.209 unità nel decennio 2020/2030. Tra i 45 e i 60 mt, 301 imbarcazioni e 290 yacht nel 2020/2030. La flotta presente nella lunghezza tra 60 – 90m resta sostanzialmente invariata: 151 yacht nel periodo 2011/2020 e 149 in quello tra il 2020/2030; oltre 90m si sale da 43 a 62 megayacht. La differenza sul totale è di 92 unità in più (differenza tra 1.618 e 1.710 di previsione).