Il volo del miccio

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Nella giostra delle varianti al Piano Regolatore, pare dovremmo sorbirci l’ultima ideona, non ancora definitiva ma tutto lascia intendere che ci sia la volontà. Mi riferisco alle ultime pretese dell’amministrazione, l’atto di giunta n°128 del 20 aprile, ovvero il concepimento di una piscina comunale, o impianto natatorio come evidenziato nella delibera confezionata all’uopo, semiolimpionica, forse perché olimpionica non ci sta.
Questo immobile, oggi a destinazione produttiva in Via delle Darsene è un capannone, in cui negli anni la memoria si perde, lasciando spazio a svariate sfumature di funzioni, mosse dalle più strambe esigenze: da mercato dei fiori a mercato ortofrutticolo, poi l’idea del mercato ittico, deposito e chi più ne ha più ne metta.
Oggi invece, quell’area comunale, pare dovrà essere oggetto di una nuova variante. Vengono richiesti 2,5 milioni al PNRR attraverso un modellino precompilato e per il resto, ben 7,5 milioni toccherà ai viareggini.
Quindi un investimento di ben 10 milioni di euro per un impianto, non agonistico si suppone, per di più su un terreno già comunale e qua una domanda si pone: alla fine quanto lo pagheremo?
Ricordo quando in campagna elettorale venne proposta la riacquisizione della piscina ex comunale, poi decaduta nel nulla. Oggi quell’area trova nel piazzale antistante un rifugio di senzatetto a cui sono state fornite roulotte senza servizi e nel più completo degrado, allontanati dalla zona del mercato centrale, questo il quadretto.
Poi la questione dello stadio, oggi sbandierato ai quattro venti, con un investimento pari a 2,6 milioni iniziali e anche in questo caso una richiesta fondi del Recovery Plan a mezzo del PNRR per superare i 7 milioni. Una capienza discutibile per una coppa carnevale e una squadra che vorrebbe ambire al professionismo, praticamente una sorta di teatro all’aperto, dove sul lato sud dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) far largo allo stradone, anche questo frutto dell’ennesima variante al PRG. Insomma, diciamocelo a colpi di varianti si vorrebbe risolvere l’immediato ma con quale visione di città futura?
Senza considerare il nodo irrisolto del riacquisto del palazzetto dopo la delibera di indirizzo del Consiglio Comunale, ed anche qua par che tutto langua.
Infine la spina nel fianco del Vasco Zappelli, praticamente un’importante struttura che potrebbe essere il volano per il reinserimento sociale e la lotta all’emarginazione giovanile, oggi in stato di degrado e abbandono nel quartiere più popoloso.
Ricordo ancora quando in periodo pandemico si favoleggiava l’idea di strutture atte all’attività all’aperto in pineta, mentre invece sono state smontate quelle poche tracce rimaste rimaneggiate da pochi volenterosi che se ne erano presi cura negli anni.
La situazione degli impianti è questa, tra varianti al piano regolatore e immobilismo, scelte pianificatorie dettate dal cercare di portare a compimento qualcosa o quantomeno mostrare un protagonismo che agli effetti latita.
Una situazione tra il comico e la frenesia del fare come se per un attimo tornassimo alla sagra del ‘Volo del Miccio’ di Montramito, quella festa paesana d’inizio novecento, dove i tanti viareggini andavano in massa per merendare a base di salame e vino all’ombra degli ulivi alle spese del povero asino, infiorato con percalle rossa e le ali di cartone. Lanciato dall’ultimo casamento fin giù alla strada cercando di regalare l’illusione di un buon raccolto e tini traboccanti di vino. Povero asino diremmo oggi.

Vecchia cartolina del Nuovo Centro Sportivo in Darsena
Stadio dei pini
Palazzetto dello Sport Paolo Barsacchi
Capannone attuale
Area interessata dalla Variante Urbanistica

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