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domenica, Maggio 19, 2024

Anatomia patologica, arriva “SARA”, il robot del futuro. Prima volta al mondo in un ospedale ad alta produttività

Si chiama “SARA” ed è l’assistente robotico autonomo intelligente che dal marzo scorso è entrato in funzione nella struttura di Anatomia patologica al centro polispecialistico “Sicari” di Carrara. “E’ la prima volta al mondo che questo robot viene installato in una struttura ospedaliera ad alta produttività – spiega Andrea Cavazzana, direttore dell’area di Anatomia patologica dell’Azienda USL Toscana nord ovest – siamo quindi di fronte a ciò che sarà il prossimo futuro di questa specialità diagnostica”.

SARA (che è l’acronimo inglese per Smart Autonomous Robotics Assistant) è un robot capace di assistere i tecnici del laboratorio apuano in una delle fasi più delicate del procedimento di analisi dei campioni di tessuti che l’anatomia patologica riceve ogni giorno dagli ospedali di tutta l’Azienda USL Toscana nord ovest.

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SARA, è in grado di interagire con il processatore rapido e l’inclusore, i due apparecchi grazie ai quali i campioni, una volta sezionati, sono disidratati e impregnati di paraffina e quindi inseriti in blocchetti di paraffina dalle dimensioni standard internazionali. Da questi blocchetti i tecnici di laboratorio tagliano sezioni di tessuto   dello spessore di 3 millesimi di millimetro che, una volta collocati su vetrini e appositamente “colorati”, sono pronti per essere esaminati dai 15 medici patologi che, insieme ai 20 tecnici di supporto, costituiscono le risorse umane a disposizione del laboratorio di Carrara e del suo distaccamento a Lucca.

“Ogni giorno arrivano alla nostra unità di anatomia patologica a Carrara circa 180 richieste di esame istologico accompagnate dai campioni di tessuto da analizzare – dice Cavazzana – provengono dai sette ospedali di Massa, Pontremoli, Fivizzano, Barga, Castelnuovo Garfagnana, Lucca e Viareggio, mentre gli altri ospedali aziendali della provincia di Pisa e di Livorno si rivolgono a noi per consulti di secondo livello.  Una mole di lavoro che si traduce nell’analisi di 40 mila casi all’anno e nella produzione di circa 150.000 blocchetti di paraffina e di 300mila vetrini all’anno”.

“Il nostro compito – aggiunge Cavazzana– è di documentare la presenza di eventuali malattie attraverso l’analisi microscopica dei tessuti e delle cellule ottenuti da prelievi o biopsie: per esempio dobbiamo definire se una lesione pigmentata cutanea asportata dal dermatologo sia benigna, cioè sia un nevo, o maligna, ovvero un melanoma.  Ogni campione è esaminato dapprima al microscopio e, se ritenuto necessario dal patologo, lo stesso campione è sottoposto ad ulteriori analisi più sofisticate che includono la ricerca di marcatori predittivo-terapeutici con l’utilizzo di strumenti più potenti, come quelli presenti nel laboratorio di patologia molecolare. In campo oncologico, per esempio, il nostro ruolo è fondamentale perché l’esame completo del campione di tessuto prelevato dal paziente è dirimente per stabilire la corretta terapia nel più breve tempo possibile”.

“E qui entra in gioco SARA – prosegue Cavazzana – un braccio automatico robotizzato realizzato in Olanda ma sviluppato con la tecnologia dall’azienda giapponese Sakura, che ha vinto una gara regionale per la fornitura di queste apparecchiature”. “Dietro ad un esame di tessuti o di cellule c’è un percorso complesso e delicato. I campioni sono prima sezionati, poi inseriti nei blocchetti di paraffina, tagliati, messi su vetrino, analizzati. In caso di diagnosi dubbia o in presenza di lesioni rare o eccezionali si ricorre ad un consulto di secondo livello presso singoli specialisti di fama nazionale nel settore specifico.  E’ chiaro che tutto il processo, data la grande richiesta di prestazioni che riceviamo, non deve trovare intoppi per poter funzionare al meglio e fornire risposte in tempi adeguati. Ecco quindi che diventa determinante automatizzare le fasi più ripetitive in modo da assicurarne la standardizzazione sia quantitativa che qualitativa. SARA ci consente di robotizzare la fase in cui i campioni vengono trasferiti sui blocchetti di paraffina. Grazie a SARA possiamo far funzionare il processatore e l’inclusore per 12 ore al giorno e liberare un tecnico di laboratorio, le cui competenze umane possono essere utilizzate con maggior profitto in un’altra fase del processo di analisi”.

“Ma questo è solo l’inizio – conclude Cavazzana – perché la nostra struttura si è già dotata di un microtomo automatico che entrerà in funzione nei prossimi mesi e che automatizzerà anche la fase in cui i tessuti vengono ‘tagliati’ con uno spessore di 3 millesimi di millimetro. Insomma, a Carrara il futuro dell’anatomia patologica è già realtà”.

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