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mercoledì, Maggio 15, 2024

Diminuiscono i prestiti bancari alle imprese: tempi più duri per gli investimenti se non calano i tassi…

Gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia in relazione ai prestiti erogati dalle banche a imprese e famiglie sono preoccupanti per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo della nostra economia. Infatti sono diminuiti i prestiti alle PMI del 7%, pari a 55 miliardi di euro, e sono crollati i mutui (-28%). Di contro sono aumentate del 12,6% le sofferenze, ossia i debiti bancari non pagati.

Il dato complessivo è negativo perché i finanziamenti a medio lungo termine accompagnano gli investimenti strutturali delle imprese. Queste condizioni tolgono liquidità al sistema economico e i tassi elevati non riducono i prezzi e gli oneri bancari complessivi. L’inflazione toglie potere d’acquisto ad aziende e famiglie e rende il sistema meno solvibile.

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In questo quadro gli alti tassi della BCE hanno aiutato la finanza e i bilanci delle banche (30 miliardi circa) ma hanno nuociuto alla economia produttiva e agli investimenti che generano sviluppo e occupazione. Inoltre se le sofferenze bancarie dovessero aumentare in larga misura si creerebbero le condizioni per una restrizione di fatto delle erogazioni creditizie con ulteriore avvitamento delle condizioni di affidamento per le PMI e con aggravio del loro capitale circolante  e la minore disponibilità per gli investimenti necessari alle aziende. Ci sarà da valutare anche un intervento governativo per la concessione di moratorie da parte delle banche come è successo per la pandemia…

La situazione potrebbe migliorare in modo significativo se, essendosi ridotto il processo inflattivo, la Bce mettesse di nuovo mano ai tassi di riferimento abbassandoli progressivamente fino ad accompagnare il rientro dell’inflazione a tassi giudicati compatibili (2%).

Concludendo, occorre lavorare e sperare perché il sistema bancario svolga appieno la sua missione di sostegno al sistema produttivo del Paese soprattutto verso le PMI: anche la BCE, come auspicato oggi dal governatore della Banca d’Italia Panetta oltre che da ABI e Confindustria, deve monitorare attentamente il rientro dall’inflazione in corso e adeguare, diminuendoli, i tassi di riferimento per non ‘strozzare’ una ripresa economica che tarda ad affermarsi anche per le motivazioni che abbiamo espresso in questa riflessione.   

Gianfranco Antognoli

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