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venerdì, Aprile 26, 2024

La pandemia è destinata a passare, ce lo insegna la storia. Il messaggio di speranza del professor Matteo Bassetti

Quanto durerà ancora la pandemia del Covid? Il virologo Matteo Bassetti ha presentato a La Bussola di Focette il suo libro “Il mondo dei microbi” in cui traccia una storia delle pandemie e analizza l’attuale situazione. I contenuti del libro sono illustrati sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia, finanza e cultura diretto da Gianfranco Antognoli. Nell’articolo – intitolato “Quanto dura un’epidemia?”, che riceviamo e pubblichiamo in anteprima – il giornalista, scrittore e regista tv Adolfo Lippi spiega che la pandemia è destinata a passare come racconta la storia delle malattie infettive che l’umanità ha dovuto affrontare.

Ma quanto dura un’epidemia? Per quanti anni ancora dovremo vivere sotto la mannaia del Covid? Sono domande che ho posto al prof. Matteo Bassetti, autore del pregevole e documentato libro “Il mondo è dei microbi” (Ed. Piemme), in un recente incontro svoltosi a “La Bussola” di Focette. Nel libro vi è un’ampia storia delle malattie infettive. La peste uccise milioni di persone, la “spagnola” dimezzò la popolazione europea, l’Aids che fino a qualche tempo fa era una minaccia drammatica, adesso, pur persistendo, non fa più paura.

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Il Covid allora passerà? Bassetti ha risposto che certamente passerà ma avverranno nuove pestilenze poiché noi umani non viviamo sotto una cappa di vetro, viviamo in simbiosi con l’universo e nell’universo oltre a noi vi sono animali. Così i topi portarono la peste, i cani portarono la rabbia, i pipistrelli mangiati in Cina come le galline hanno portato la micidiale attuale influenza. E che dire delle scimmie? Ora desta preoccupazione il “vaiolo delle scimmie”, a significare che le pandemie, per via diretta o indiretta, ce le comunicano le bestie, anche quelle più gentili. Che sono responsabili della peste nera (1346-1353) con 100 milioni di morti, della peste narrata da Manzoni (1629- 30) con più di un milione di morti, della peste di Indocina (1894-1906) con centomila morti nella sola Canton e ben 11 milioni in India.

Il Coronavirus non ha ancora raggiunto queste cifre, perché la scienza ha fatto passi da gigante. Una volta per studiare e poi applicare un vaccino occorrevano decenni. Oggidì in appena due anni le popolazioni hanno potuto vaccinarsi contro il Covid non una ma almeno tre-quattro volte e si vaccineranno ancora.

Bassetti è un uomo sapiente di Storia. È fruttuoso poterlo ascoltare o leggere. Specie quando narra la storia delle malattie infettive. La prima a venir conosciuta dai testi è la febbre tifoide raccontata ne La guerra del Peloponneso di Tucidide. Spuntò durante la guerra tra Atene e Sparta e mieté vittime in tutto il Mediterraneo. Poi vi fu la peste bubbonica che travolse l’impero romano d’Oriente che si portò via il 40% della popolazione. La bubbonica tornò nel 1347 ed è documentata nel Decamerone del Boccaccio (30% della popolazione). Il tifo fece carneficine dell’esercito di Napoleone durante la campagna di Russia nel 1812 e mieté vittime in Irlanda e Gran Bretagna. Di malattie sessualmente diffuse morì il Re Sole, Luigi XIV, che ebbe una vita sregolata, punteggiata di amanti rischiose. E morì per le conseguenze di un morbo venereo il grande, stupefacente violinista Niccolò Paganini che ebbe, tra le tante avventure, una liason con Paolina Bonaparte, donna notoriamente assai facile alle infiammazioni. La tisi fece poi strage di celebrità per l’intero Ottocento, dal poeta John Keats all’autrice di Cime tempestose Emily Bronte, da Fryderyk Chopin a Marcel Proust.

Ebbene la tubercolosi fu, alla fine, riconosciuta e combattuta con esiti ampiamente positivi; ma appena la scienza la batté ecco che spuntò la famigerata “spagnola”. Nel 1918 negli Stati Uniti molte persone cominciarono a morire dopo sintomi di mal di testa, difficoltà respiratorie, tosse e febbre alta. In alcuni Paesi si ricorse a misure drastiche: chiusura dei cinema e dei teatri, niente viaggi in ferrovia, obbligo di mascherine. Tra le vittime illustri il poeta francese Guillaume Apollinaire e il pittore viennese Egon Schiele.

Ma Bassetti, proprio perché è espertissimo di questi trascorsi, si lascia andare, anche per il Covid, alla speranza. Nel secondo dopoguerra, egli dice, l’umanità ha dimostrato di poter battere virus e batteri. Vi è stata la totale eradicazione del vaiolo, è stato domato il colera, e così la tubercolosi e la meningite.

“Ogni pandemia – egli scrive – sembra la fine del mondo ma a un certo punto ci accorgiamo che non esiste virus, batterio o fungo con cui non sia possibile convivere attraverso una nuova terapia o vaccino”.

Ottimista il prof. Bassetti?

“Atttualmente – conclude – siamo uno dei paesi che si è comportato meglio nelle vaccinazioni, quasi il 90% della popolazione over 12 ha fatto almeno una dose e le seconde e le terze sono in corso. Tuttavia i non vaccinati sono oggi il 13% della popolazione e la ripresa dei contagi ha interessato anche gli over 60 già vaccinati… Se le vaccinazioni fossero già al 100% non torneremmo più a livelli critici”. Purtroppo il Covid non è, quindi, ancora passato. Però passerà, di questo la Storia ci dà conferma. Quando arriverà la nuova pandemia.

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