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martedì, Dicembre 10, 2024

La violenza di genere non è un problema solo giovanile: allarme di ANP-CIA per le aggressioni alle anziane

“La violenza di genere non si può più considerare un problema che riguarda solo le giovani generazioni: sempre più spesso leggiamo di donne sopra i 60 anni che vengono maltrattate, aggredite e talvolta uccise. Una violenza transgenerazionale che ci coinvolge quindi anche direttamente come Associazione Pensionati  e che ci fa essere ancora maggiormente  convinti che ora non è proprio più il momento del silenzio: di fronte ai tanti, troppi, femminicidi, dobbiamo far sentire forte e chiara la nostra voce. Non esiste una soluzione unica a un problema così grande e dalle così tante sfaccettature, ma quello che è basilare è che vi sia un impegno globale per far sì che la società abbia un cambio deciso di mentalità”. A dirlo è Giovanna Landi, presidente dell’Associazione nazionale pensionati della Cia Toscana Nord, intervenendo in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere e a seguito dell’uccisione di Giulia Cecchettin da parte del fidanzato: “Alla famiglia di Giulia – dice Landi – va tutta la solidarietà e vicinanza dell’Anp della Toscana Nord”.

“Ci sentiamo chiamati in causa come Anp – prosegue – perché purtroppo, come dicevo, stiamo assistendo a un forte incremento delle aggressioni, a volte con conseguenze estreme, a donne non più giovani. Stando ai dati, infatti, il 9% delle donne che, nel nostro territorio, si rivolgono al Codice Rosa sono sopra i 60 anni di età. Un qualcosa che fino a poco tempo fa non era pensabile, ma che adesso è diventata una realtà che deve essere affrontata per arginare il fenomeno”.

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Donne rese più fragili dall’età divengono, quindi, facile bersaglio di violenza fisica, ma anche psicologica o economica: “Difficile comprendere le ragioni che stanno a monte di queste aggressioni, che spesso avvengono proprio in ambito familiare o, comunque, ad opera di persone a stretto contatto con la donna anziana: per questo riteniamo sia importante parlare di quello che difficilmente oramai possiamo definire ‘fenomeno’, a causa della frequenza con cui accadono questi episodi”. 

“La soluzione – afferma la presidente dell’Anp Cia Toscana Nord – non è certamente facile né da individuare, né da attuare, ma possiamo dire tranquillamente che basilare è il ruolo delle famiglie nel creare nei giovani una mentalità che ponga le basi per il rispetto dell’altro, chiunque esso sia, ma ancor più se è una persona fragile o più debole. La scuola fin dalle primissime classi, sicuramente, può e deve avere un ruolo di primo piano in questo processo, ma è importante anche far comprendere alle donne di qualsiasi età che gli strumenti per difendersi ci sono. C’è il Codice Rosa, ci sono i Centri Antiviolenza: la cosa importante, adesso, è non subire in silenzio, ma far sentire la propria voce e chiedere quella giustizia che è dovuta in questi casi. Esortiamo, quindi, tutte le donne che subiscano non solo violenza fisica, ma anche psicologica o economica, a denunciare e a farsi aiutare, perché questa spirale di violenza si può rompere solo agendo tutte e tutti insieme”.

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