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martedì, Maggio 7, 2024

Produzione manifatturiera a Lucca, Pistoia e Prato nel 3° trimestre 2022: netto incremento, diversificato per settori

Continua anche nel 3° trimestre 2022 la serie positiva della produzione manifatturiera di Lucca, Pistoia e Prato, iniziata ad aprile-giugno 2021 con la prima impennata del recupero dopo la fase più acuta della pandemia. E’ quanto emerge dalle rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord: l’incremento complessivo a +2,5% rispetto al 3° trimestre 2021 è particolarmente significativo nel confronto col dato italiano che è, sia pur di poco (-0,6%), in territorio negativo.

A generare questo buon risultato contribuisce in maniera decisiva il settore moda con +4,9%; ancora migliori, ma su volumi complessivi di produzione nettamente più contenuti, i risultati dell’alimentare, a quota +7,6%. Netto segno positivo anche per i mezzi di trasporto (+4,7%, che includono la nautica a quota +7,6%), la chimica-plastica (+4%), la metallurgia (+3,6%) e, in misura limitata, la produzione di macchine (+0,4%). Segno meno invece per il mobile (-4%), le lavorazioni non metallifere (lapideo, vetro, materiali da costruzione, che segnano complessivamente -1,7%) e il cartario (-1,5%). In definitiva per il manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato la media indice destagionalizzato della produzione dei 9 mesi gennaio-settembre 2022 sullo stesso periodo del 2019 (quindi l’ultimo corrispondente pre-pandemia) segna -2,6%.

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Il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini

“Per l’area complessiva di riferimento della nostra associazione i risultati del 3° trimestre 2022 sono stati forse superiori alle aspettative – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Un dato che non può che farci piacere ma che comunque non autorizza visioni troppo ottimistiche. Nelle nostre rilevazioni chiediamo anche una previsione per la produzione del trimestre successivo e questa volta la prevalenza del segno meno è stata netta. I fattori che hanno ispirato queste risposte sono intuibili: oltre alle specificità di alcuni importanti settori presenti nel nostro territorio, soprattutto problemi generali quali la perdurante incertezza sul piano geopolitico, le tensioni ancora alte sui costi energetici, l’inflazione che comprime i consumi, l’aumento dei tassi di interesse. I prossimi mesi non saranno facili, ne siamo consapevoli; bene comunque che il manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato possa affrontarli da una posizione di relativa forza”.

“Per quanto riguarda la situazione specifica di Pistoia – continua Matteini – osserviamo una buona performance di un settore tipico della nostra provincia come le calzature (+4,6%) e del tessile, allineato con quello che avviene nella vicina Prato (+5,3%); positive anche chimica (+1,7%) e carta (+5%). Picco negativo invece per il settore alimentare (-6%); tuttavia cogliamo come buono il segnale delle previsioni di crescita tanto verso l’estero che verso l’Italia che la rilevazione indica. Negativa stavolta la meccanica (-3,4%), settore relativamente al quale la rilevazione ha, come detto più volte, un valore meramente indicativo, trattandosi di produzioni che abbisognano di  cicli mediamente lunghi di lavorazione; anche su questa, un segno più per le previsioni, ma soltanto negli ordini esteri (14%). Perde il mobile (-4,6%), forse a causa della cessata spinta verso il rinnovamento degli arredi  durante il periodo di lockdown. In una fase così turbolenta, di cui non si vede bene l’esito, la produzione manifatturiera nel suo complesso a Pistoia regge, attestandosi a 0,1%: purtroppo alla lunga tenere non basterà più, e il territorio ha bisogno di rimettersi a crescere, per garantire solidità alla propria economia”.

Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord con delega all’energia

“I risultati di Lucca nella produzione manifatturiera del 3° trimestre 2022 possono dirsi buoni – aggiunge il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Il confronto con lo stesso periodo del 2021 segna +2,2%, dato che si colloca coerentemente in una sequenza che per Lucca ha registrato una relativa stabilità anche durante le fasi più acute della pandemia. La prestazione di gran lunga più positiva è quella dell’alimentare, che segna +17,9%; molto buoni i risultati anche della nautica con +7,6%, della chimica-plastica con +5,8% e della metallurgia con +5,2%. Positiva la produzione di macchine (+2,2%) e sostanzialmente stabile il lapideo (-0,1%). Il segno meno invece si riscontra sulla carta e cartotecnica (-2,8%) e sulla moda (-2,2%). Sui risultati del settore cartario giocano un ruolo fondamentale i costi energetici: le aziende hanno cercato di conservare una ragionevole marginalità anche, inevitabilmente, attraverso un incremento dei prezzi di vendita, che a sua volta ha determinato una lieve frenata del mercato. Da questa dinamica, complessivamente di una certa efficacia ai fini degli equilibri dei conti aziendali, è scaturita la contrazione dei volumi registrata dalla rilevazione del nostro Centro studi. Qualche timore in più sussiste – ma andrà poi misurato a fine periodo – per il trimestre in corso e per i primi mesi del 2023, che potrebbero segnare ulteriori incrementi del prezzo del gas”.

Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord con delega alla sostenibilità

“Il +4,8% raggiunto dalla produzione manifatturiera di Prato nel 3° trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 è un dato che segna un altro passaggio importante sulla strada, già ampiamente avviata, del recupero dopo il crollo determinato dalla pandemia – conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Naturalmente più ci allontaniamo dal confronto con momenti di particolare criticità, più si assottigliano le percentuali di crescita: i valori a doppia cifra che abbiamo visto qualche trimestre fa non possono più esserci. Particolarmente importante per la struttura dell’industria pratese è il risultato del tessile, che segna +5,2%, a fronte di un dato nazionale dello stesso settore a quota -6,3%; in piena ripresa anche l’abbigliamento-maglieria, a quota +6,9%. Ottime le prestazioni della metalmeccanica, di cui il meccanotessile rappresenta la parte preponderante, con +6,1%. Valgono anche per Prato le considerazioni fatte per le altre province e in generale per il manifatturiero italiano: le incertezze sono numerose e preoccupanti e trovano puntuale evidenza nelle previsioni del campione esaminato. E’ giusto comunque rilevare la grande capacità di Prato di risollevarsi quanto e più di altre aree italiane con caratteristiche simili, pur in momenti che rimangono difficili per i costi di produzione e per le turbolenze dei mercati”.

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