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giovedì, Maggio 2, 2024

Alla vigilia della Butterfly un libro di appunti di vita del regista Pizzi

Domani, mercoledì 26 (ore 19.00),  in occasione della “prova generale” del nuovo allestimento di Madama Butterfly del Festival Puccini 2023, nel Giardino del Teatro la presentazione del volume “Non si può mai stare tranquilli – Incontri di vita e di teatro”Una  pubblicazione di EDT a cura di Mattia Palma che raccoglie le memorie di Pier Luigi Pizzi, regista, scenografo e costumista tra i più importanti di ogni tempo.

Madama Butterfly sarà in scena al Festival Puccini 2023 per quattro rappresentazioni, la prima venerdì prossimo 28 luglio. Alla vigilia della prima l’omaggio del Festival Puccini a Pizzi con la presentazione del volume in cui il maestro  raccoglie le memorie dl suo glorioso percorso artistico; racconti che attraversano poco meno di un secolo di storia del teatro e del nostro Paese.

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A dialogare con Pier Luigi Pizzi il presidente della Fondazione Festival Pucciniano Luigi Ficacci  e Carla Moreni critico di Il Sole 24 Ore.

“Sarà una occasione eccezionale per me dialogare in pubblico con Pier Luigi Pizzi, insieme a Carla Moreni – afferma il presidente della Fondazione Luigi Ficacci -.  Basti pensare che inesauribile spettacolo letterario è il racconto degli “incontri di vita e di teatro” che rendono straordinaria la sua esperienza. Quelle sue avvincenti pagine consentono di comprendere la ragione della eterna giovinezza e attualità dei miti del palcoscenico che le popolano e che in “non si può mai stare tranquilli” trovano il loro ineguagliabile autore. Questo libro è una forza esplosiva di splendore, capace di trasmettere il desiderio di teatro che lo anima e restituirle in pubblico. Sono certo dei suoi effetti, sui quali anche noi potremo dire, come il grande Fulco “si stava meglio domani”

Si trova in libreria, pubblicata da EDT, l’autobiografia di Pier Luigi Pizzi, Non si può mai stare tranquilli. Un lungo viaggio nella storia del teatro del Novecento, in cui la storia professionale si intreccia con la vita privata, fra lavoro, mondanità, viaggi, amori, avventure e disavventure.

Nato nel 1930, spettatore della Scala fin da bambino, poi sfollato per i bombardamenti su Milano, è stato testimone del grande fermento culturale del dopoguerra, fino alla scoperta della sua vocazione teatrale. Spaziando da un repertorio all’altro, da un linguaggio all’altro, in una carriera divisa tra prosa, opera e cinema, non c’è artista, regista, cantante o direttore d’orchestra che Pizzi non abbia incrociato sul suo cammino, a cominciare da Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Federico Fellini. Fondamentale il suo incontro con Giorgio De Lullo e Romolo Valli negli anni della compagnia dei Giovani, ma anche con Luca Ronconi e l’amicizia con artisti come Monserrat Caballé, Leyla Gencer, Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Muti, Valentina Cortese, Franca Valeri e Mariangela Melato.

I ricordi di Pizzi, raccolti in anni recenti da Mattia Palma nel corso di lunghe interviste, si sono trasformati in una vera e propria autobiografia, che arriva in libreria con il titolo Non si può mai stare tranquilli. Incontri di vita e di teatro, pubblicata dalla casa editrice EDT.

Il tono è quello confidenziale con cui queste memorie sono state raccolte. “Ho sempre saputo che il mestiere del teatro avrebbe dato un senso alla mia vita – scrive Pizzi. L’ho raccontato a pochi amici, seduti con me intorno a un tavolo, nelle pause di lavoro. Mattia Palma pensava di raccoglie queste confuse memorie in un libro, ma mi è sembrato necessario dare un certo ordine alla narrazione”.

I ricordi di Pizzi sono come confidenze fatte al lettore tra una pausa e l’altra degli oltre mille spettacoli che ha messo in scena; ma che siano storie allegre o drammatiche, lievi o profonde, l’importante per lui è raccontarle, catturando l’attenzione del lettore, senza mai prendersi troppo sul serio. E soprattutto, con molto divertimento e poca nostalgia, perché, come usa ripetere questo straordinario protagonista del Novecento e oltre, non si può mai stare tranquilli. “Ho ancora tante opere da interrogare, e intendo farlo aspettando nuove risposte. Il cielo può attendere”.

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