Sono state fissate dal Consiglio dei ministri le date della prossima tornata di elezioni amministrative e del referendum. Il 12 giugno si voterà sia per il primo turno nei Comuni che per il referendum sulla Giustizia. Gli eventuali ballottaggi si terranno, due settimane dopo, il 26 giugno. In Versilia, come noto, sono chiamati a scegliere il nuovo sindaco i cittadini residenti nei comuni di Camaiore e di Forte dei Marmi; nel resto della Provincia di Lucca, si vota anche nel Comune capoluogo, a Bagni di Lucca, Pieve Fosciana e Porcari.
Ma la giornata politica di ieri, come si legge sulle edizioni locali dei quotidiani La Nazione e Il Tirreno, si è caratterizzata anche per la sempre più probabile rinuncia di Giorgio Del Ghingaro a candidarsi a sindaco di Lucca dopo i possibili indizi in questa direzione lanciati nelle scorse settimane che avevano suscitato non poche fibrillazioni sull’asse della politica Viareggio-Lucca-Firenze. Vero è che Del Ghingaro ha tempo ancora fino al 12 maggio per dimettersi dalla carica di Viareggio e scendere in campo a Lucca, ma le possibilità che ciò avvenga appaiono diminuire, salvo clamorose decisioni, anche per i sempre più ristretti tempi per poter comporre una squadra di candidati e promuovere un’adeguata campagna elettorale. Intanto le voci che girano negli ambienti politici cittadini, danno Del Ghingaro impegnato a ricomporre la rottura con il Pd dopo la crisi in maggioranza e il siluramento della vice sindaca Federica Maineri, una ricomposizione sulla quale sta premendo la segretaria regionale Simona Bonafè e in merito alla quale si erano registrate aperture anche dai dem viareggini.
Non si può neppure escludere che la rinuncia di Del Ghingaro possa essere legata agli scenari che si stanno delineando a Lucca, con il centrodestra compattato intorno alla figura dell’imprenditore Mario Pardini che correrà con una propria lista civica, mentre il centrosinistra ha trovato la convergenza su Francesco Raspini. Insomma, due candidature forti che sembrano ridurre gli spazi per un terzo incomodo, in difficoltà a erodere voti ai due schieramenti. Resta sempre il Terzo Polo (Italia Viva, Azione e +Europa), da sempre il maggior sostenitore di Del Ghingaro ma presumibilmente troppo debole in uno scontro con le altre coalizioni; ieri avrebbe dovuto scegliere il da farsi, ma è stato deciso un rinvio.
Nel frattempo, Del Ghingaro non si pronuncia e, in post del suo profilo Facebook di un paio di giorni fa, ribadisce l’impegno a lavorare per Viareggio: “C’è chi, per dirla alla Moretti, gira, vede gente, si muove, conosce, fa cose e chi molto più modestamente sta zitto e lavora. Io continuo a stare zitto e lavorare. O voglio un po’ vedè”.