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domenica, Maggio 5, 2024

“Gesù caricato sulla croce”: in pieno Avvento riflessioni intorno all’opera anti-tradizionale del pittore Paolo Nuti

Il vero volto di Cristo l’hanno visto – a parte la Madonna e San Giuseppe – gli apostoli, i suoi miracolati e tutti i seguaci che lo ascoltavano nelle predicazioni. In più ovviamente i suoi giudici che direttamente o indirettamente furono gli autori della sua condanna a morte come Re dei Giudei. Quello che noi conosciamo attraverso la pittura rinascimentale e dei Crocifissi che adornano le chiese – fra cui quelli stupendi di Cimabue e di Giotto – è un volto di fantasia che si è consolidato attraverso i secoli. Gesù, infatti, era un ebreo levantino, quindi dalle sembianze specifiche che nemmeno lontanamente possiamo immaginare.

Ebbene, Paolo Nuti pittore viareggino che si dedica esclusivamente ad opere con fondali realistici dove in primo piano colloca quasi sempre barche, pettirossi e fiori, ogni tanto esula da questo contesto figurativo per alcuni dipinti richiesti per ben precise circostanze.
Ecco così che in una delle rare deviazioni, commissionato per una delle quattordici stazioni della Via Crucis da collocarsi nella cappella dei Santi Ippolito e Cassiano della badia di Caregi a Montefoschi-Palaia (Pisa), ha dipinto una delle sue tele più belle e significative, non tanto per il soggetto – cioè Cristo – quanto per il modo in cui lo ha ritratto: un uomo senza volto perché preso di spalle ma con la testa coronata di spine sanguinolenti che non ammette dubbi. E’ la stazione in cui viene raffigurato “Gesù caricato della croce”, mentre le altre tredici non si distaccano dalla tradizione. Certamente un capolavoro di intuizione e di impatto drammatico, che quindi esula dall’ iconografia consolidata.

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E’ fuori dubbio che la passione di Cristo sia stata raffigurata per la prima volta in questo modo realistico, ma che lascia nell’osservatore del dipinto proprio l’interrogativo di come potrà essere stato il volto di Cristo non solo durante e dopo la flagellazione, ma nel corso della sua vita terrena. In sostanza si tratta di un’opera che soprattutto è destinata a stimolare la fantasia di chi la osserva, perché ognuno si può immaginare un volto che viene nascosto dai foltissimi capelli neri col rosso sangue dovute alla corona di spine. Per questo, malgrado la staticità dell’immagine, si tratta di un’opera in pieno movimento in quanto stimola la fantasia. Il commento alla pubblicazione che per l’inaugurazione di questa speciale “Via Crucis” porta addirittura la firma del Cardinale Lorenzo Baldisseri.

Ne consegue che in pieno Avvento, periodo in cui ogni anno ci si prepara alla passione, morte e risurrezione di Cristo, ci è sembrato opportuno proporre questo quadro alla meditazione di tutti i lettori: per il realismo che lo contraddistingue, per il fatto di non contraddire la storia, perché stimola la mente umana a cercare di capire l’autentico mistero che sovrintende all’autentico volto di Gesù crocifisso.

Mario Pellegrini

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