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Comune di Viareggio
mercoledì, Ottobre 9, 2024

Il trallallerotrallalà di Giorgio

Giorgio Del Ghingaro, dopo aver riproposto i soliti refrain – io faccio, io risano, io .. io… – conclude un suo recente post con trallallerotrallalà. Ieri, invece, risponde al Pd al quale, con un salto triplo da vera faccia tosta, chiede cosa voglia fare perché l’abbandono della maggioranza rischia di avere per conseguenza la prosecuzione o meno dell’esperienza amministrativa.

Cause ed effetto si invertono ad arte con la facilità dei prestidigitatori di professione: forse meglio dei bari politici di professione! Del Ghingaro ha tenuto in scacco il dibattito politico e amministrativo per mesi alimentando le voci e, di più, lavorando attivamente e coi suoi fedeli per costruire le condizioni di una sua candidatura a Lucca, incontrandosi e flirtando con dirigenti di varie forze politiche dell’area centrista e di destra. Il tutto completato con il sondaggio, sul suo gradimento tra i cittadini lucchesi.

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Prima aveva licenziato la Vice Sindaca ma quello, sostiene Del Ghingaro, era solo un fatto personale. Stupidità politica, faccia tosta davvero sconfinata: come si può pensare di liquidare la seconda carica amministrativa, con una lettera e senza una preventiva discussione con il Pd, partito importante della coalizione? Solo uno smisurata autoincensamento e una gretta visione di padronanza, nel senso del padrone, possono autorizzare un simil comportamento!

Nel gioco a poker – vado a Lucca, non ci vado e resto -, tutti i bluff hanno un lato debole: una volta scoperti lasciano il giocatore abbastanza compromesso. Ora, che scelga di andare o no, sarà negativo comunque per la sua figura, per la sua autorità, per la sua credibilità. Lo sarà in via Fillungo e a Lucca, come in piazza Nieri e Paolini e a Viareggio.

Secondo punto: il fatto che possa vantare risultati importanti nel risanamento delle finanze, che voglia realizzare alcune opere che nel passato – si parla di mezzo secolo fa – erano state pensate per rispondere ai mutamenti economici di allora e successivamente non concretizzate, che possa vantare un gruzzolo di risorse rilevanti, testimonia di certe capacità, ma non di altre. La capacità di un Sindaco e della coalizione che lo esprime non è quella di fare le cose ma quali cose si fanno e come si fanno.

Tutto ciò, comunque e di per sé, non è una carta di credito da far valere a prescindere da tutto il resto. Le politiche portate avanti sino a qui hanno puntato quasi tutta la posta sulla visibilità, sui colpi di fascinazione, sfruttando abilmente vuoti lontani o recenti lasciati dalle politiche amministrative.

Molto meno, anzi niente, si è puntato sulla città, sulle sue forze più autoctone e sul suo futuro.

La politica oggi si dovrebbe misurare su cosa potrà essere e diventare Viareggio nei nuovi scenari. E qui le idee del Del Ghingaro, se mai idee le ha avute, scarseggiano e i progetti sono del tutto assenti. Ci sono città nella città che stanno arrancando, molte famiglie vivono al limite della sussistenza, i problemi sono aumentati con il Covid e la vita di migliaia di cittadini è segnata fortemente dalle difficoltà: nel lavoro, nell’impresa, nell’accesso ai servizi, nella qualità della vita, in particolare per i giovani, le donne, i bambini e i figli.

Quello che è stato per molti anni un turismo stanziale e stabile si è man mano trasformato in turismo pendolare, occasionale e i periodi stanziali si sono ridotti all’osso. La pandemia ha azzerato per un paio d’anni tutto e ora i venti di guerra stanno peggiorando ancora le previsioni di medio periodo portando un freddo artico raggelante su tutte le più rosee speranze.

Ci sono parti della città trascurate, non considerate perché non fanno scena, non producono effetti visivi né alimentano il racconto. Si sta facendo una operazione di maquillage cittadino: come quando si nasconde la polvere sotto il tappeto per far vedere che tutto luccica.

Viareggio che torna a contare, Viareggio come l’Expo di Milano, Viareggio che risorge dal pantano per mano sua… “Onorevole? Ma mi faccia il piacere” avrebbe detto il grande Totò! Insomma è proprio l’idea di collettività che manca, così come manca un’idea di sviluppo e una prospettiva. Si cerca di far fruttare al meglio il patrimonio che abbiamo che è però il restante dei tempi che sono stati. L’unico bene, in effetti ridotto e consumato, ma ancora eccezionalmente caratteristico e fondante è l’ambiente naturale: sulla sua tutela, valorizzazione e implemento si dovrebbe ancorare il futuro!

La visione è invece quella della espansione costruttiva, dell’allargamento del traffico, dei parcheggi, del consumo intensivo del territorio, per non parlare delle autostrade ciclabili europee che si vorrebbero far passare dentro le oasi a tutela integrale.

Che dire in proposito dell’occasionalità della cura del verde delle pinete? L’ambiente più caratteristico di Viareggio, quello dei pini, a dir poco è terremotato, è diventato un ossario gigantesco. “Ho sognato una casetta con un piccolo orticello, quattro muri, stretta, stretta, e due pini per ombrello….”: cara vecchia Frugola rimani, come nel Tabarro di Giacomo Puccini, con il tuo sogno e la tua aspirazione per la casa, ma lascia perdere i pini! Terzo: le maggioranze politiche di del Ghingaro sono nebulose, funzionali ai suoi progetti e comunque sempre di più con un’anima e una trazione centrodestrista.

A Viareggio dopo il licenziamento della Maineri e l’abbandono del capo del suo gabinetto si è consumata di fatto e oggettivamente la rottura con il Pd. Del Ghingaro ha cercato di edulcorare la pillola amara e lasciare nei primi giorni aperto qualche pertugio per il futuro: per non precludere del tutto le strade di un suo possibile avanzamento o ri-collocazione, un domani, se occorresse.

Ma rottura c’è stata e non potrà ricomporsi a breve: non è uno scherzo di carnevale! E non l’ha certo provocata il Pd! Poverini: quest’ultimi si sono mossi sotto traccia, cercando di sopportare tutte le fisime, le idiosincrasie e le ripetute provocazioni del Sindaco verso le strutture regionali o istituzionali con spirito paziente, più che certosino, anche a rischio di compromettere e logorare il loro consenso locale e la loro immagine di partito del cambiamento!

Anche se il Pd regionale continua a muoversi in maniera felpata, anch’esso alternante e condizionato dalla linea ferroviaria, stradale o autostradale Lucca -Viareggio, incapace di riconoscere in modo chiaro e comprensibile che quelle scelte fatte a Viareggio sono state azzardate, hanno puntato su un progetto politico nebuloso e sostanzialmente erano basate sul magnetismo personale del Del Ghingaro.

Federica Maineri

Tra l’altro una delle poche attività che si stavano caratterizzando e stavano emergendo in mezzo alle fantastiche prolusioni del Sindaco e dei suoi replicanti, erano quelle di dialogo sociale: si stava costruendo, sia pure tra difficoltà e incertezze, un indirizzo versiliese, seguendo quelle città anonime e disconnesse e quei tanti casi di difficoltà, attivando un dialogo con il prezioso tessuto del volontariato. Tutto ciò sembra destinato a rimanere bloccato nell’interim dei suoi poteri.

Come si concilierà la politica sociale del Comune di Viareggio avviata da Federica Maineri con la vana bellezza, coi lustrini e con le roboanti e fatue cerimonie nei prossimi giorni? Si proseguirà quell’indirizzo o verrà cambiato? E che dire delle occasioni perse, come ad esempio la Città Capitale della Cultura, proprio perché la costruzione era impregnata di quel provincialismo estremista, di quella burineria di periferia di cui il Del Ghingaro è uno dei maggiori interpreti?

Poi, infine, c’è l’aspetto, tutt’altro marginale, dei metodi e delle modalità dell’esercizio della funzione di Sindaco e di capo di una coalizione: la concezione di Del Ghingaro è quella di comando, degli amici e dei nemici, della fedeltà senza sé e senza ma. La sorveglianza vigilata sui collaboratori, su tutti coloro che sono premiati e inseriti tra gli amici che però devono riconoscenza e si debbono adeguare alle esigenze supreme e ai voleri del capo, non è propria di una concezione tarlata del confronto, della relazione, della mediazione?

Se un assessore volesse partecipare a iniziative di soggetti ritenuti pericolosi o nemici non potrebbe farlo; se un assessore discute e dissente da certe scelte, non potrebbe farlo pena l’allontanamento fino, come è recentemente successo, alle conseguenze massime di aprire un problema politico con la parte che lo sostiene. Il rapporto con tutto l’associazionismo è pessimo, mai stato così basso come ora: associazioni economiche, associazioni sindacali, associazioni del volontariato, associazioni ambientaliste, persino le associazioni che tutelano i loro cari dilaniati e perduti nel drammatico e colpevole incidente ferroviario: insomma tutto quello che presuppone confronto, ascolto mediazione è tabù e questo è un problema politico grosso come una casa. Egemonia? Una parolaccia. Compromesso? Manco a parlarne!

Decisionismo, comando, personalismo e una corte di cortigiani interessati costituiscono l’essenza del metodo Del Ghingaro. L’ultima nota stampa è capolavoro di protervia e di furberia pacchiana: senza i consiglieri del Pd ad ogni votazione il Sindaco sarà costretto a sostenere se stesso… uomo libero trarrà le conseguenze e farà le sue scelte…

La maggioranza ce l’ha e a prescindere dal Pd che farà, come hanno scritto, un’opposizione costruttiva, valutando volta per volta e sui singoli problemi. Se lascerà Viareggio per candidarsi a Lucca la colpa non sarà del PD ma solo una sua libera scelta e di cui, lui e la sua compagnia di comprimari, dovrà renderne conto ai cittadini di Viareggio e a quelli di Lucca.

Giorgio Del Ghingaro

Quanto scritto nella sua nota stampa – “Il Pd spinge di nuovo la città verso il commissariamento”. Del Ghingaro chiede chiarezza sul futuro della maggioranza: crisi più vicina – VersiliaPost – altro non è che la più banale cafonata di un burino di provincia che come tale, credendosi er più, vorrebbe che tutti gli altri ci cascassero come tanti grulli. Se volete, il merito di cui possiamo dar atto a Er Sindaco è che ha scoperto le carte e ha reso chiaro che questa amministrazione non rappresenta la città.

Cari amici, Viareggio per scoprire il futuro e viverlo democraticamente deve guardare oltre.

Avrà le forze e la capacità di farlo? Non è detto. Noi ce l’auguriamo ma bisogna che si lavori bene e a fondo: le persone, le intelligenze, le professionalità ci sono così come le abilità, la fantasia e la creatività, sia a livello economico, sociale che culturale. C’è comunque una città ampia e popolosa che, dileguatasi questa nebulosa del racconto magico, aspetta risposte e scelte concrete e che vorrebbe essere consultata, ascoltata e diventare protagonista della costruzione del suo prossimo futuro.

Trallallerotrallalà.

Niclo Vitelli

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