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venerdì, Aprile 26, 2024

Pasolini, un fuoriclasse anche con il pallone ai piedi. Quando lo scrittore dette spettacolo allo stadio dei Pini in una partita tra giornalisti e artisti

Poche settimane fa, se fosse stato ancora in mezzo a noi, Pier Paolo Pasolini avrebbe spento la candelina numero 100. Il ricordo del grande scrittore e regista ha invaso tutte le testate cartacee e on line. Oltre ai magazine. E non sono mancati accenni a episodi ufficiali, in campo culturale a cominciare da una cerimonia del “Premio Viareggio” che l’hanno visto protagonista nella nostra zona.

Però… Però c’è anche un Pier Paolo Pasolini fuori dalle righe e dagli schemi, poco conosciuto, che nell’occasione vediamo di far riaffiorare visto che in una delle sue passioni accessorie è stato protagonista allo stadio dei Pini di Viareggio. Sì, perché Pier Paolo Pasolini amava il calcio, lo vedeva come lo specchio della vita, la passione e l’entusiasmo della gente lo incuriosiva in maniera esponenziale. Senza dimenticare un altro aspetto, come ricordano i cronisti dell’epoca: con la palla al piede non era affatto male. Giocava da attaccante. E segnava pure gol. La passione per il pallone l’aveva avuta fin da ragazzino nel suo paese natale. Ma l’indimenticabile esibizione di Viareggio, in un caldo giorno di agosto di quasi 60 anni fa – era il 22 agosto 1963, come ricorda il compianto Aldo Valleroni nel “Versilia Anni Ruggenti” – merita un approfondimento. “Era bravo, scattante. E con la palla al piede ci sapeva fare. Per i difensori non era facile fermarlo” hanno più volte ricordato negli anni a seguire non solo i suoi compagni di squadra ma anche i fotografi, a cominciare dal compianto Benito Giannotti e dal decano dei fotoreporter di quell’estate spensierata e vacanziera, Colombo Francesconi.

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Ma per quale motivo, Pier Paolo Pasolini era in campo allo stadio dei Pini? Da qualche anno infatti d’estate andava in onda la sfida calcistica fra una rappresentativa di giornalisti contro quella composta da personaggi dello spettacolo. Fra gli organizzatori di quell’evento che richiamava il grande pubblico sulle tribune dell’impianto, c’era Sergio Bernardini. Ovviamente in quel tipo di partita, chi ci sapeva fare un po’ con la palla, pur senza essere un professionista, diventava un fuoriclasse. E fu così in quel tardo pomeriggio di agosto 1963 di fronte – raccontano le cronache dell’epoca – “a ottomila spettatori”.

Bene, Pier Paolo Pasolini diede spettacolo. Prima in veste di cannoniere, aprendo il tabellino dei marcatori con una bella rete messa a segno dopo una manciata di secondi. Poi diventò anche suggeritore, ispirando una doppietta messa a segno dall’inviato della “Gazzetta dello Sport”, Alberto Zardin.  Nel 4-1 finale a favore dei giornalisti ci fu la quarta rete di Risoli e il gol della bandiera dei personaggi dello spettacolo, in particolar modo un mix di musicisti e cantanti, con Fantozzi.

Quella partita fu il canto del cigno delle sfide estive fra giornalisti contro cantanti. Ma il ricordo continua a vivere e tramandarsi nel tempo, compreso lo scatenato numero 7 che sulla fascia e in spazi larghi diventava imprendibile. In quelle sfide, un fuoriclasse. Come lo era nella scrittura e nella regia: Pier Paolo Pasolini.

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