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venerdì, Dicembre 6, 2024

A Sant’Anna due giorni di teatro della memoria. Debutta il festival “Quassù su questa terra che racconta”

La storia dei personaggi del quartiere Corea a Livorno (ricostruito sulle macerie della guerra), e i racconti di uomini mai più tornati dal fronte. Poi il tradizionale spettacolo di Elisabetta Salvatori, “Scalpiccii sotto i platani. L’estate del ’44 a Sant’Anna di Stazzema”, e per finire “Marocchinate” scritto da Simone Cristicchi e Ariele Vincenti che narra dei giorni successivi allo sfondamento degli alleati della linea di Montecassino, ultimo baluardo tedesco in Italia. Sono i quattro spettacoli che andranno in scena a Sant’Anna di Stazzema l’8 e il 9 agosto. È la prima edizione del Festival “Quassù su questa terra che racconta”, una rassegna teatrale di narrazione nata sullo stimolo dell’Associazione Martiri di Sant’Anna e curata dall’Istituzione Parco nazionale della pace di Stazzema. Vedrà alternarsi quattro attori impegnati in altrettante interpretazioni. La direzione artistica è di Elisabetta Salvatori e de La Bottega del Teatro.

Lunedì 8 Agosto.

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Alle ore 19,30, “Corea. Una questione di geometrie” di e con Fabrizio Brandi, insegnante di teatro, attore di televisione e di cinema che ha lavorato anche con Paolo Virzì (La prima cosa bella; La pazza gioia). È la storia di un quartiere costruito con le macerie della guerra su un triangolo di terra, tra la raffineria petrolifera, la via Aurelia, e il cimitero: il quartiere Corea di Livorno e dei suoi personaggi che lo hanno attraversato dal dopoguerra ad oggi, dai suoi abitanti a Don Alfredo Nesi, amico di Don Milani, che nel quartiere fonda il Villaggio Scolastico cercando di tracciare per sempre nuove geometrie esistenziali. Lo spettacolo vanta la collaborazione drammaturgica di Enrico Pompeo.

Luca Barsottelli

Alle ore 21,30, “FILIPPO VOSTRO. Storie della ritirata di Russia” di e con Luca Barsottelli, e la collaborazione drammaturgica di Francesco Niccolini. Barsottelli è attore e operatore teatrale nelle scuole, e nel 2009, assieme a Mirtilla Pedrini e Serena Guardone, ha fondato La Bottega del Teatro. Filippo Vostro è uno spettacolo di narrazione per un attore solo, in cui le voci di quattro personaggi si intrecciano per dar vita alla storia di uno spaccato familiare ed un dramma. Si focalizza sul protagonista, Filippo, che fu chiamato a combattere in Russia con 60mila Alpini e non tornò mai più, raccontandolo attraverso i ricordi dei parenti e delle lettere scritte dal fronte. 

Elisabetta Salvatori

Martedì 9 Agosto

Alle ore 19,00, “Scalpicci sotto i platani. L’estate del ’44 a Sant’Anna di Stazzema” di e con Elisabetta Salvatori, la nota attrice versiliese, conal violino Matteo Ceramelli. Il racconto che Salvatori ha tessuto intorno ad uno dei più efferati eccidi dei nazisti contro i civili italiani inizia così, con la descrizione del luogo di Sant’Anna, questo posto sulle Apuane dove durante la guerra si rifugiarono un migliaio di sfollati. La vicenda della strage è ricostruita componendo un toccante e luminoso affresco del paese, dei suoi abitanti, delle tradizioni, delle faccende quotidiane, dei bambini che giocavano sotto i platani. Fino al sabato mattina che cancellò tutto: estate, infanzia, vita; era il 12 agosto. In poco più di tre ora, furono uccise centinaia di persone, e il paese divenne un unico grande cimitero e arrivò il silenzio. 

Ariele Vincenti

Alle ore 21,30, “MAROCCHINATE. Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli”, di Simone Cristicchi e Ariele Vincenticon Ariele Vincenti, autore e regista teatrale che ha lavorato, tra gli altri, con Simone Cristicchi, Paolo Sorrentino, Flavio Insinna e Enzo Iacchetti. Laregia è di Nicola Pistoia. “Marocchinate” – delle truppe marocchine, i “Goumiers”, aggregate agli alleati americani – racconta i terribili giorni decisivi e successivi allo sfondamento da parte degli alleati della linea di Montecassino, ultimo baluardo tedesco. Apparentemente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazioni di gran parte del basso Lazio, che viene sconvolta e predata in cinquanta ore di carta bianca concesse alle truppe marocchine sbarcate.

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