Durante le attività di monitoraggio fotografico della fauna condotte dai Guardiaparco e dai tecnici incaricati dall’Ente Parco delle Alpi Apuane (Marco Lucchesi e Paola Fazzi), a novembre 2020, nel comune di Vagli (nelle Apuane settentrionali), sono state raccolte diverse osservazioni sulla presenza di un gatto che sembrava avere caratteristiche morfologiche compatibili con quelle di un gatto selvatico. Le immagini scattate, tuttavia, seppur interessanti, non erano sufficientemente diagnostiche da confermare che si trattasse veramente di un gatto selvatico o di un gatto domestico vagante (soriano tigrato). A settembre 2021 tali riscontri sono stati confermati con un video che sembra far pensare a un gatto selvatico europeo.
Inoltre, inaspettatamente, in contemporanea agli avvistamenti di Vagli, tra settembre e ottobre 2021, nelle Apuane meridionali, nel Comune di Pescaglia, durante il monitoraggio fotografico nell’ambito delle attività del Progetto di ricerca “L’Ecosistema Lupo delle Alpi Apuane” (una collaborazione tra Università di Pisa, Ente Parco e Università di Firenze), è stato fotografato più volte un esemplare di gatto in cui i caratteri diagnostici sono piuttosto visibili, a conferma dell’interesse dei rilevamenti del 2020. Questa seconda serie di osservazioni contemporanee in siti a oltre 15 km di distanza in linea d’aria suggerisce inoltre una possibile espansione fino ai limiti meridionali del Parco.
“Questo è un ritrovamento molto importante sia per il Parco delle Alpi Apuane, sia per la conservazione di questa specie in Italia – sostiene il professor Alessandro Massolo, Coordinatore del progetto “Ecosistema Lupo delle Alpi Apuane” – . Sarà fondamentale continuare a monitorare l’evoluzione di questa situazione, cercando di raccogliere campioni biologici per confermare con metodiche molecolari tale avvistamento. Abbiamo già attivato collaborazioni in tal senso. Questo ritrovamento rafforza comunque il nostro convincimento che un monitoraggio fotografico constante del popolamento di mammiferi nel Parco, iniziato ormai in maniera sistematica dal 2019, sia uno strumento conoscitivo importante per la loro conservazione e gestione”.
Anche Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma e coordinatore del progetto nazionale Gatto Selvatico Italia (a cui, in seguito a tale ritrovamento, ha afferito anche l’Ente Parco), ha accolto molto positivamente la notizia: “Da alcuni anni il gatto selvatico europeo sta espandendo il proprio areale in alcune aree del nostro paese, tra cui l’Appennino Tosco-Emiliano. Tuttavia i dati in nostro possesso sono ancora pochi e frammentari. Il ritrovamento effettuato nel Parco delle Alpi Apuane ne è una conferma e una prova tangibile del ruolo essenziale svolto dalla rete di aree protette nazionali e regionali”.
Nei prossimi mesi sapremo se questi avvistamenti indicano la presenza di un nucleo stabile della specie o se si tratti al momento solo di qualche animale in dispersione. Sarà in ogni caso molto importante proseguire con la raccolta dati e effettuare tutte le verifiche possibili.
In caso di avvistamenti si prega di contattare direttamente i ricercatori coinvolti presso l’Università di Pisa (alessandro.massolo@unipi.it; luca.petroni@phd.unipi.it). Anche un esemplare investito da traffico stradale potrebbe fornire indizi importanti e materiale per la genetica. Si fa inoltre presente che fotografie e video possono essere caricate da chiunque anche direttamente sul portale del progetto Gatto Selvatico Italia (https://www.gattoselvatico.it), sviluppato da ISPRA in seno al Network Nazionale per la Biodiversità, per conto del Ministero della Transizione Ecologica.