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venerdì, Dicembre 6, 2024

“Un giro di tè” e la mostra “Attimi sospesi” di Elias Naman e Daniela Sandoni. Doppio evento al Palace

Sabato 23 novembre dalle 16 alle 20 torna l’appuntamento con “Un giro di tè” e la buona musica proposta al pianoforte da Adriano Barghetti. Il Palace Hotel ha inserito nella propria carta dei tè tre essenze che si possono trovare solo ed esclusivamente in queste occasioni. Sono le “Palace selection”, raffinate miscele preparate in esclusiva per la sala da tè dell’hotel viareggino:

  • Purity sfusa – Miscela di erbe armonicamente mitigate dal limone: effetto purificante.
  • Sogno d’amore – Infuso di karkadè  rosa canina, piacevolmente acidulo, fruttato e corposo.  
  • Il sogno di Michelangelo – Miscela di tè oolong dal sapore dolce, con persistenti note di castagna e panna. 

“Il tè è il rito della cultura anglosassone più diffuso al mondo – spiegano gli organizzatori – , simbolo di un’eleganza senza tempo. Perché tra fumanti tazze di tè, pasticcini appena sfornati ed eleganti porcellane, il tempo diventa indulgente regalandoci un momento solo per noi. Un piccolo lusso che è possibile concedersi sempre, nonostante il caotico tran tran quotidiano”. 

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Adriano Barghetti e Luigi Nicolini

Il giorno dopo, domenica 24 novembre, è in programma alle 17 nelle sale del Palace Hotel il vernissage della mostra “Attimi sospesi” degli artisti Elias Naman (scultore) e Daniela Sandoni (pittrice).

Elias Naman è nato a Yabroud (Siria) nel 1980. Laureato presso la facoltà di Belle Arti di Damasco, nel 2003 giunge in Italia e si iscrive all’Accademia di Carrara, dove nel 2009 consegue la laurea quadriennale e nel 2011 la specializzazione in scultura con il massimo dei voti. Predilige da sempre lo stile figurativo e lavora il marmo esclusivamente a mano, senza l’aiuto di macchinari, esattamente come Michelangelo oltre cinquecento anni fa. Il suo metodo di esecuzione ripercorre la tradizione e la classicità.  Per Elias Naman il marmo è una sostanza viva e sensibile. Una voce da ascoltare e trasferire nell’anima, per coniugare lo spirito della classicità alle più profonde pulsioni emozionali. Infatti, sia che egli incida e plasmi il bianco statuario di Carrara o il grigio Bardiglio, escono dalle sue mani voluttà sinfoniche che coniugano lo spirito della classicità alle pulsioni emozionali suscitate dallo stato di grazia di ogni tempo. La sua è veramente una “attività eroica” dal momento che egli non teme ancora oggi di sollecitare col suo gesto collaudate memorie di antichi panneggi, salvo poi rivolgere il seguito del racconto non alla concretezza di una figura da rappresentare, ma alla nostalgica fuga di un sogno da inseguire nel corso di un’ evoluzione aerea che idealmente prosegue al di là dell’opera. 

Daniela Sandoni

Daniela Sandoni,  pittrice, nata a Roma nel 1950, vive e lavora in San Giuliano Terme.  Le sue opere su tela, su tavola o su carta sono realizzate ad olio, acrilico, alchidico o acquerello e descrivono paesaggi toscani dalle tinte calde e decise.La sua arte descrive il territorio in tutte le sue possibili occasioni di albe,meriggi e tramonti, di campi, prati e giardini, di fiori e di frutti che sono un’occasione per lei di fare pittura (e non solo) in omaggio alla bellezza del nostro ambiente. Non si limita a descrivere in modo accattivante quello che vede, racconta anche, attraverso piccole storie quotidiane o antichi miti, le emozioni dello spirito, gli attimi sospesi, le memorie recenti e lontane. Appare irruente, sui primi piani, una geometria anelastica che contrasta con morbidi orizzonti dai sapori eterei, incommensurabili, quasi d’ascendenza leonardesca. Sue opere si trovano in collezioni private italiane ed estere. Ha illustrato e scritto fiabe, manifesti, campagne pubblicitarie, video, testi di carattere educativo, nonché libri per scrittori e poeti; ha ideato e diretto due filmati presentati alla Biennale del Cinema per Ragazzi di Pisa; ha tenuto corsi di pittura per bambini e per insegnanti. Ha ideato e curato per alcuni anni la rubrica d’arte “Segni e Sogni” sulla rivista on line “La Voce Del Serchio”.

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