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giovedì, Maggio 16, 2024

L’Italia di fronte alle sfide della modernità. Un sistema istituzionale, economico e sociale da riformare

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Alberto Bruschini di Value + S.r.l. che sarà pubblicato sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia e finanza diretto da Gianfranco Antognoli. L’autore analizza la situazione economico-finanziaria del nostro Paese e indica una serie di scelte da effettuare.

I rapporti del Censis e dello Svimez hanno messo in risalto i crescenti problemi che il nostro paese sta vivendo e che dovrà affrontare. Preoccupano l’indifferenza verso l’acuirsi dello squilibrio economico e sociale tra il Nord e il Sud e le prospettive demografiche della popolazione italiana.

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Il Pil del Mezzogiorno è stimato nello 0,4% nel 2023, con un crescita dimezzata rispetto al Centro Nord (0,8%). Da qui al 2050 si perderanno 4,5 ml di abitanti. Nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino rappresentare un quarto del totale.

Il Governo e l’opposizione si accapigliano sull’immigrazione, quando discutendo senza pregiudizi ideologici, con l’impiego degli immigrati professionalizzati si attutirebbe, e non di poco, la carenza di forza lavoro per le imprese di qualsiasi dimensione e con il versamento dei contributi previdenziali aumenterebbero le entrate per il pagamento delle pensioni.

Il disinteresse verso l’interesse collettivo costituisce un vulnus che si imbatte su una società che ha conosciuto una vigorosa espansione del benessere, minacciato da una trasformazione del sistema economico sociale che innova il modo di produrre e di vivere per la transizione green, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.

Un fenomeno che attraversa l’Occidente, che in Italia ci mette di fronte alla riorganizzazione del modello di società realizzato dalla ricostruzione post bellica. Va riallineato il sistema istituzionale, economico e sociale alle istanze provenienti dalla  modernità, altrimenti il nostro paese avrà serie difficoltà ad affrontare il cambiamento in atto nel mondo.

Dobbiamo avere la consapevolezza, indipendentemente dal pensiero politico di ognuno di noi, che la carenza  delle infrastrutture materiali e immateriali in cui si dipana la vita delle imprese e dei cittadini è giunta ormai al limite di rottura. Va rimosso il deficit infrastrutturale per evitare di ripiegarci su noi stessi.

L’Eurostat nell’indagine sulle condizioni di vita delle famiglie europee del 2022 rileva che il 63% di quelle italiane fa fatica ad “arrivare al fine del mese”. Il numero dei giovani che nel 2022  vivevano in famiglia sfiorava il 70%, contro il49,4% in Europa. I giovani non appena si rendono conto di quello che li potrebbe aspettare  se ne vanno all’estero. Il 27%  di adulti che vivevano con i genitori erano disoccupati.

Abbiamo uno Stato  con un  indebitamento finanziario di quasi 3.000,00 mld di euro  (il 140% del Pil)  che rischia di addebitare  alle  future generazioni l’onere della vita vissuta dai propri genitori. Si rende   indispensabile invertire questa tendenza.

La svalutazione del passato da parte del Governo  si inserisce in questa visione. Nel concreto,  però,  non si intravedono proposte di ampio respiro. Emerge solo la nullità del presente. La mancata ratifica del MES  è la cartina di tornasole dell’incoerenza nella compagine governativa  ad assumere decisioni nell’interesse vitale del paese che contrastino con quello che era stato esaltato nella campagna elettorale.

Le nuove norme sul patto di stabilità non consentiranno di ricorrere all’indebitamento dello Stato (18 mld di euro)  per rendere strutturale il taglio del  cuneo contributivo e la riforma fiscale. Il governo, per reperire le risorse finanziarie necessarie a mantenere lo stesso livello delle retribuzioni nel 2025, bisogna che inizi a colpire il magma dell’evasione fiscale (100 mld di euro)  per scongiurare  nuove tasse e tagli dei servizi sociali.

Il  Governo, inoltre, dovrà fare di tutto per utilizzare le sovvenzioni e i finanziamenti del PNNR (194 mld di euro) per  irrobustire e per qualificare  l’infrastrutturazione del paese per consentire alle imprese e ai cittadini di accedere a servizi che diminuiscano il fardello degli oneri impropri derivanti dall’inadeguatezza funzionale dell’organizzazione statuale.

E’ in questo scenario che si misurerà la presa di coscienza della realtà da parte del Governo, ma anche dell’opposizione. Le forze produttive e i cittadini, nonostante l’apparente disincanto verso i bisogni collettivi, non mancheranno di fornire il loro fattivo apporto, come nel passato, di fronte ad una direzione di marcia che sia chiara e univoca. 

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