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giovedì, Maggio 2, 2024

Cresce la nautica da diporto italiana, Toscana e Liguria trainano il settore. Primato indiscusso nei superyacht

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo sulla situazione della nautica che sarà pubblicato sul prossimo numero del mensile “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia e finanza diretto da Gianfranco Antognoli. L’articolo è un resoconto del convegno sul settore organizzato dal giornale “Il Tirreno” a Viareggio lo scorso 27 luglio.*

L’andamento della nautica da diporto è in crescita a livello globale: lo ha spiegato numeri alla mano Sara Giusti, economista della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, al forum organizzato dal Tirreno al Principino di Viareggio lo scorso 27 luglio.

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La Toscana, in questo scenario, riveste un ruolo centrale grazie all’elevata specializzazione che trova la sua principale espressione nel distretto della nautica di Viareggio dove si
concentrano i maggiori cantieri che attivano numerosi piccoli operatori specializzati nelle
fasi produttive della filiera.

Se si considera il settore nel suo complesso in termini di costruzione di navi e imbarcazioni,
in Toscana sono attive oltre 300 imprese che occupano circa 4 mila addetti che rappresentano il 14% degli occupati del settore italiano; si sale addirittura al 22% quando si considera solo la componente di costruzione di imbarcazioni al netto della cantieristica per trasporto passeggeri. La cantieristica toscana è composta prevalentemente da imprese attive nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa dove si concentra il 77% degli addetti della regione.

Il 2022 è stato un anno positivo per la cantieristica e l’Italia, grazie all’elevata competitività
del settore, ha rafforzato il suo posizionamento nel contesto internazionale. Il nostro Paese,
dunque, ha mostrato una tenuta e un recupero superiore nel 2022, con una crescita rispetto al periodo pre crisi del 13,3% a fronte di un +6,7% per la Francia e di un ritardo della Germania del -13,3%; i dati dei primi quattro mesi del 2023 confermano questa forte spinta che il settore sta vivendo, con un’ulteriore crescita del 6,5% per l’Italia, contro una sostanziale stabilità tedesca e un +4% della Francia.

“Il settore, grazie a un alto inserimento nel comparto dei beni di lusso, sembra essere meno condizionato dai rischi di rallentamento dell’economia globale – ha spiegato Giusti – . In prospettiva, però, sarà fondamentale sviluppare e rafforzare le relazioni di filiera e riuscire a formare e ad attrarre forza lavoro qualificata anche attraverso l’introduzione di azioni di welfare aziendale, nonché favorire un adeguato passaggio generazionale della governance e delle maestranze”.

Lo studio di Sara Giusti ha mostrato il primato dell’Italia nel settore: uno principali Paesi proprio nella nautica da diporto con un peso sul fatturato mondiale pari a circa il 2% che si
è progressivamente rafforzato con una crescita della quota sulle nuove unità che è passata dal 9% nel 2014 al 12,4% nel 2021, che corrisponde, in pratica, a un fatturato di 3,6 miliardi di euro. “Inoltre – ha sottolineato Giusti – se si considera lo specifico contesto dei superyacht, il ruolo dell’Italia si rafforza ulteriormente con una posizione di leadership a livello mondiale. Il Global Order Book elaborato da Boat International, che permette di monitorare l’andamento degli ordini internazionali e la quota dei diversi paesi, mostra come l’Italia si posiziona al vertice (seguono Regno Unito, Taiwan e Turchia). Infatti, a fronte di 1.203 ordini nel 2023 (+17,5%), 593 yacht risultano in costruzione in Italia con una quota pari al 49%, con una crescita significativa rispetto al 2022 quando il dato italiano era pari a 523 yacht (+70; +13,3%). Ma il primato italiano si esplicita non solo in termini di numero di ordini, ma anche per lunghezza complessiva e stazza”.

Ed è in questo contesto che s’inseriscono la Toscana e la Liguria. “In questo quadro strutturale del settore emerge in modo netto l’importanza di Toscana e Liguria che occupano il 30% degli addetti della nautica da diporto e il 26% delle unità locali – ha sottolineato l’economista – . In particolare, se si considerano i dati delle diverse province spiccano quelle di Lucca con oltre 1.000 addetti, Massa-Carrara con 619 e La Spezia con 628 che rappresentano uno dei più importanti poli della nautica italiani; se consideriamo tutto il settore della nautica (quindi anche la costruzione di navi e strutture galleggianti) il numero di addetti in queste tre province passa a circa 6 mila. Questi dati ci permettono di cogliere il ruolo di questo territorio rispetto al dato italiano, ma non sono esaustivi del tessuto produttivo che vede la presenza di un nucleo di cantieri medio-grandi, affiancato
da un folto insieme di soggetti, spesso di minori dimensioni, specializzati nelle diverse fasi della lavorazione (progettistica, lavorazione scafo, verniciatura, resinatura), negli allestimenti e accessoristica (arredamento, interni, tappezzeria, velerie, cordami), nelle attività di refitting, nei motori e nell’impiantistica fino alla produzione e installazione di strumentazione elettronica”.

Il buon andamento del settore è confermato dall’analisi dei bilanci aziendali, anche nel confronto con gli altri settori manifatturieri. “Da un’analisi dei bilanci di oltre 82 mila imprese manifatturiere italiane nel periodo 2019-2021, il settore della nautica da diporto si colloca al primo posto per crescita del fatturato nel triennio con un incremento in termini mediani a prezzi correnti del +25,9%; il manifatturiero si attesta +8,5%” ha concluso Giusti. Questo rappresenta sicuramente un ottimo dato, in un contesto però di elevata variabilità dei risultati.

* Il testo è tratto dall’edizione del 28 luglio del quotidiano “Il Tirreno”.

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